Qatargate

Eva Kaili in carcere per un altro mese. La difesa: "Torture medioevali"

Respinta la richiesta dei legali dell'ex vicepresidente del Parlamento europeo greca implicata nello scandalo Qatargate

Eva Kaili in carcere per un altro mese. La difesa: "Torture medioevali"

Era molto attesa l'udienza di oggi a Bruxelles che doveva stabilire la permanenza o meno in carcere di Eva Kaili. L'eurodeputata greca del Pasok, il partito socialista ellenico, è stata arrestata a dicembre con l'accusa di essere coinvolta nel giro di tangenti svelato dall'inchiesta Qatargate. Poco prima delle 18:00, dalla capitale belga è arrivata la notizia della decisione dei giudici: almeno per un altro mese - ha deliberato la Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles - l'esponente politica greca dovrà rimanere in carcere. Tuttavia se gli avvocati dai Kaili dovessero presentare ricorso entro 24 ore, un'udienza sarà fissata entro quindici giorni.

Un'udienza molto attesa

Il nome di Eva Kaili nella lista degli arrestati del blitz Qatargate, è stato forse quello più clamoroso. In primo luogo perché la deputata ellenica, al momento dell'operazione della polizia belga, era vice presidente dell'europarlamento. Inoltre, Kaili è la compagna di un altro “indagato eccellente”, ossia Francesco Giorgi.

Quest'ultimo è l'ex collaboratore di Antonio Panzeri, ex deputato di Pd e Articolo Uno che secondo gli inquirenti è uno dei perni dell'inchiesta e che nei giorni scorsi ha deciso di collaborare con le autorità.

Decisione quest'ultima che ha suscitato la reazione degli avvocati di Eva Kaili, accorsi oggi a Bruxelles per chiederne la scarcerazione. “Il signor Panzeri si vuole comprare un futuro e, come avvocato, lo capisco perfettamente – ha dichiarato Andrè Risopoulos, uno dei legali della deputata greca – Lui ora sa quando finirà il suo periodo di detenzione. Sa chi sono le persone che ha scelto di proteggere, probabilmente a cominciare dalla sua famiglia. Vorrei solo che si rendesse conto dell'effetto che può avere su Kaili e il fatto che lei in sei settimane di prigione ha avuto la possibilità di vedere solo due volte sua figlia di ventitré mesi”.

Gli avvocati hanno anche parlato di una permanenza prolungata in carcere che sa di “tortura medievale” per l'assistita. Da qui la richiesta della scarcerazione e dell'applicazione di una diversa misura cautelare.

Alla fine però i giudici hanno deciso per la permanenza in carcere per almeno un altro mese. Se lo aspettavano gli stessi legali di Eva Kaili, i quali hanno riferito di un atteggiamento della procura poco incline a concedere la scarcerazione.

Le accuse rivolte a Eva Kaili

I magistrati che stanno coordinando le indagini sul Qatargate sostengono l'esistenza di un giro di tangenti con le quali, dal Qatar e dal Marocco, si è cercato di condizionare l'attività del parlamento europeo.

Panzeri, deputato fino al 2019 che ha deciso di collaborare, è accusato di aver intascato fondi illeciti sia da Rabat che da Doha. Eva Kaili, secondo le carte dell'accusa emerse in queste settimane, sembrerebbe maggiormente coinvolta nel filone qatariota dell'inchiesta. Gli occhi sono puntati sul ruolo del compagno Francesco Giorgi e sui contanti ritrovati dalla polizia belga nell'abitazione dei due.

Accuse respinte al mittente dagli avvocati di Kaili, secondo cui invece la loro assistita non ha mai collaborato con Panzeri e non ha nulla a che fare con gli affari legati al Qatargate.

Commenti