"Vogliono imporre la sharia". L'allarme del premier francese contro l'islamizzazione

Anche in Francia ci si sta rendendo conto che l'Europa ha un serio problema con l'islamizzazione, in un processo che non ha nulla a che vedere con l'integrazione

"Vogliono imporre la sharia". L'allarme del premier francese contro l'islamizzazione
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In Europa c'è un serio problema islamizzazione. E non lo dicono gli esponenti di destra in vista delle prossime elezioni ma il premier francese, Gabriel Attal, esponente di Renaissance, il partito di Emmanuel Macron. Il primo ministro punta i riflettori sulla situazione del suo Paese e non usa mezzi termini nell'indicare la sharia come responsabile delle violenze che stanno attraversando il suo Paese. Così come in Italia, anche in Francia sta emergendo con sempre maggiore prepotenza il fenomeno delle violenze nelle scuole e nelle università, che per Attal ha un'origine ben precisa: "Gruppi più o meno organizzati che cercano di realizzare l'entrismo islamista".

Per il premier francese, questi gruppi operano sostenendo "i precetti della legge della sharia". Il fatto che per la prima volta un politico nella posizione di Attal, proveniente dagli ambienti social-democratici, si esponga in questo modo indicando il fenomeno dell'islamizzazione estrema come responsabile delle violenze, è un fatto storico. E a far da spalla ad Attal è arrivato Manuel Valls, suo predecessore e proveniente dallo stesso partito, che ha fortemente criticato la posizione assunta dall'ateneo Sciences Po, che per interrompere le proteste pro-Palestina è sceso a patti con i manifestanti violenti, dimostrando, per Valls, "codardia, resa all’islamo-goscismo, sottomissione".

E non si è tirato indietro nemmeno il ministro della Giustizia francese, Eric Dupond-Moretti, che a fronte dell'aumentare delle violenze e degli episodi critici legati alle proteste pro-Palestina, e a quello che rappresentano, ha proposto "una circolare penale affinché, nel caso in cui si venga aggrediti perché non si rispettano dei principi religiosi", come chiede la Sharia, a processo ci sia una "aggravante". Dopo anni di tentativi unilaterali di integrazione, dopo anni di politiche morbide contro gli immigrati e contro le seconde e terze generazioni, ora la Francia si rende conto di avere un problema in casa. E forse è troppo tardi per porvi rimedio. Anche perché il primo ministro è stato tacciato di perpetrare l'islamofobia e di fomentare il razzismo con le sue dichiarazioni da parte dell'ultra-sinistra.

Eppure, le immagini che arrivano da Amburgo, dove nel weekend si è svolta una manifestazione di estremisti islamici, dovrebbero costringere a una riflessione forte sulla deriva che sta assumendo l'Europa. Ma finché ci saranno esponenti politici che considerano questa una battaglia ideologica e sono incapaci di guardare alla realtà, l'Europa continuerà a essere terra di conquista silenziosa, con la condiscendenza di chi confonde l'integrazione con la sostituzione.

E l'Italia? Preda delle ideologie che vogliono introdurre la legge islamica nelle scuole, tra cibo halal e chiusure per il Ramadan, non è sicuramente in una condizione migliore rispetto a Francia e Germania.

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