Gli 007 americani confermano: jihadisti tra i profughi

E per il capo della polizia Alessandro Pansa i foreign fighters legati al nostro paese sarebbero già 98

Gli 007 americani confermano: jihadisti tra i profughi

L’intelligence americana lancia l’allarme: i jihadisti nascosti nelle nostre città come profughi. A parlarne è stato ieri direttore della National intelligence americana, James Clapper, secondo il quale In Italia, Gran Bretagna e Germania, vi sarebbero delle cellule dormienti dell’Isis pronte a colpire come hanno fatto a Parigi e Bruxelles.

Per quanto riguarda il nostro Paese i nascondigli preferiti dai jihadisti sarebbero le moschee, i centri d’accoglienza e i palazzi occupati. Come rivela Il Tempo nelle ultime settimane dagli Stati Uniti sarebbero arrivati circa 40 agenti con lo scopo di passare al setaccio quei “non luoghi” anche se a Roma il piano congiunto della Prefettura e della Questura ha già permesso di controllare molte occupazioni abusive e identificare centinaia di immigrati. Ma a impensierire gli americani è il continuo ricambio di questi immigrati che, in alcuni casi, si fermano solo pochi giorni in questi stabili e che frequentano associazioni umanitarie e finte moschee.

Proprio ieri il capo della Polizia, Alessandro Pansa, durante la sua audizione al Copasir ha evidenziato come l’intensificarsi di flussi migratori abbia portato le forze di polizia a un maggiore controlli alle frontiere. Secondo Pansa, poi, i foreign fighters legati al nostro paese sarebbero già 98. Il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, sul rischio attentati ha chiarito:“Si tratta di un warning generico, privo di riscontri concreti. Del resto tutti i Paesi dell'Occidente sono potenzialmente nel mirino dei terroristi, ed è facile che anche l'Italia lo sia”.

“Il capo della polizia ha fatto una ricognizione della minaccia terroristica - ha concluso il presidente del Copasir - e assicurato che tutte le segnalazioni vengono vagliate con estrema attenzione e che c'è un attento monitoraggio di possibili collegamenti con terroristi di altri Paesi di chi sta in Italia e anche di chi fa attività di propaganda e proselitismo”.

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