Cronache

La mamma di Loris per sei minuti sul canale dell'orrore

Una sosta inspiegabile proprio nel punto in cui è stato trovato il corpo del figlio. Il dettaglio macabro: "Aveva i polsi legati"

La mamma di Loris per sei minuti sul canale dell'orrore

La chiave del giallo è nascosta forse in un «buco» di 6 minuti. Le telecamere riprendono l'auto della madre di Loris, la mattina di sabato 29 novembre, impiegare 9 minuti per percorrere un tratto di strada vicino al Mulino Vecchio, che invece si percorre in 3 minuti. Lo hanno accertato gli investigatori che ora vogliono capire cosa sia accaduto in quei 6 minuti di troppo proprio nella zona a ridosso del canale di scolo in cui è stato ritrovato il corpo senza vita del figlio. La telecamera del distributore Erg sulla provinciale 35, quella che si trova a circa 50 metri dal bivio della strada che porta al punto dove nel pomeriggio di sabato è stato trovato il corpo di Loris, inquadra l'auto di Veronica Panarello passare lì punto alle 9:27:08. Seguendo il percorso indicato proprio dalla donna, gli investigatori hanno però trovato un'altra telecamera, quella di una ditta privata dei Fratelli Granato, sempre sulla strada provinciale, che riprende il passaggio dell'auto alle 9.36, dunque 9 minuti dopo. Ma per percorrere quel tratto di strada - che si trova a pochissima distanza dal Mulino Vecchio - si impiegano solo 3 minuti, come hanno accertato gli stessi investigatori rifacendo con la madre di Loris il percorso. Perché dunque quella mattina ci sono voluti 6 minuti di più? Intanto si scopre che quando è stato ucciso, o poco prima, a Loris Stival sono stati legati i polsi, in modo da tenergli le mani attaccate l'una all'altra: gli esami autoptici hanno accertato segni evidenti, provocati probabilmente dalle stesse fascette utilizzate per ucciderlo, solo sulla parte superiore di entrambi i polsi. «Gli inquirenti sanno e stanno lavorando bene», ha dichiarato invece Orazio Fidone, il cacciatore che ha trovato il corpicino senza vita di Loris. Fidone si dice sereno, malgrado sia l'unico indagato per omicidio volontario e sequestro di persona, ma come atto dovuto. Poi, quando deve riferirsi a quel fatidico pomeriggio del 29 novembre, quando ha rinvenuto il corpicino, a parlare al suo posto è l'avvocato Pietro Savà. E spunta fuori un dettaglio non riferito a chi lo intervistava dopo il macabro rinvenimento. Con la voce rotta in gola, Fidone diceva di essere stato guidato dall'intuito. Riteneva difficile che in quella zona qualcuno andasse a cercare Loris. Ed è andato lui. Ma l'avvocato fa una precisazione: «Fidone non è andato subito là. Si è recato prima in Largo Fontana, dove c'erano altre persone che cercavano il bambino. L'ha trovato dopo diversi giri. L'ha guidato l'intuito. Volete criminalizzare l'intuito?». Tante le contraddizioni di mamma Veronica agli occhi degli inquirenti. Ormai il mosaico sembra ricomposto. Ma manca qualche pezzo. Come lo zainetto di Toy Story che gli inquirenti stanno ancora cercando. Ieri Santa Croce Camerina si è svegliata sotto il rumore di un elicottero che, con una telecamera ad altissima risoluzione, ha sorvolato il paese. Senza risultati. Perché lo zainetto è così importante? Potrebbe forse custodire il corpo contundente con cui Loris sarebbe stato colpito in testa? Il 29 novembre è scandito minuto per minuto dalle telecamere. Veronica tra le 9 e le 10, ora presunta della morte di Loris, era con lui. Dalle 8.49 alle 9.25 era a casa. Vi ha fatto rientro dopo avere accompagnato il figlio piccolo in ludoteca. Ma non ha mai lasciato Loris a scuola. Lei urla di essere innocente. Ma l'attenzione è sempre più focalizzata su di lei.

«Veronica è una mamma speciale, non voglio che si infanghi il nome di mia moglie», ha dichiarato ieri Davide Stival, il papà di Loris.

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