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Il "povero" rom difeso dal Papa: ditta fantasma e soldi in nero

Omerovic rintracciato dal "Giornale": "Sono un commerciante, le macchine le ho tutte vendute"

Il "povero" rom difeso dal Papa: ditta fantasma e soldi in nero

Nessun bilancio depositato alla Camera di commercio. Nessun atto. Nessun movimento contabile. Dal 9 giugno 2006, data di apertura dell'attività di Imer Omerovic, non ci sono tracce di vita commerciale. In pratica, la dicitura di «commercio all'ingrosso e al dettaglio di autovetture e autoveicoli leggeri» che si legge sulla visura camerale della ditta individuale del rom è una bufala oppure è collegata a un'attività fantasma con sede e residenza anagrafica nell'ex campo rom, ora terreno abbandonato di proprietà del Comune. Ma le anomalie non finiscono qui.

Da quello che risulta al Giornale, per alcune delle 27 auto intestate all'imprenditore di origine bosniaca ci sono scritture private che attestano il pagamento per il passaggio di proprietà. Qualche esempio? Per una Mercedes Clk 270 cdi Omerovic avrebbe speso 2500 euro, per la Mercedes Benz e350 2800 euro, per un'altra Mercedes Clk ne avrebbe spesi 2200 euro, per una Bmw serie 5 530 1500 euro. Cifre minori, siamo sui 500 euro di media, per la Lancia Lybra 2.4, la Fiat croma 1.9 e la Volkswagen Passat 1.9. Ma Omerovic dove ha trovato questi soldi? Sono scritture private reali o fantasma? Inoltre tutte queste vetture risultano prive di assicurazione e con la revisione scaduta quindi non potrebbero circolare né stare sul suolo pubblico. Anche se per una di queste risultano tre multe a carico. Inoltre non esiste un deposito privato o collegato alla ditta. Dove sono quindi queste vetture?

Per Omerovic, sentito telefonicamente dal Giornale, sono state già tutte rivendute, anche se non c'è traccia di attività di compravendita sulla visura della sua ditta.

«Ho aperto l'attività 5 anni fa, io compro le macchine su Facebook e su Internet - dichiara Omerovic - Trovo gli acquirenti e se mi danno l'ok le prendo con una caparra di circa 300 euro, quando il compratore viene a saldare mi dà indietro la caparra e un piccolo guadagno. A quel punto faccio il passaggio di proprietà. Ora non ho idea di dove siano le 27 auto, principalmente faccio affari con italiani ma c'è anche chi poi le porta all'estero. Non so come sia possibile che siano ancora intestate a me, io ho tutti i documenti in ordine». In attesa di ricevere la documentazione che confermi la sua versione, al momento l'ipotesi che il rom abbia creato questa ditta individuale per fare da prestanome resta comunque tra le più accreditate considerato anche che la sua versione sembra incongruente coi dati raccolti. Inoltre, secondo fonti sentite dal Giornale, gli investigatori stanno facendo accertamenti sulla sua attività e Omerovic rischia denunce per falso in merito all'intestazione fittizia dei veicoli. Sarà comunque compito della magistratura accertare la verità anche se come spiega il comandante della Polizia municipale di Verona Luigi Altamura, da due anni a caccia dei prestanome con la sua task force, ci sono delle falle nel sistema: «Il fenomeno è complesso e molto più grande di quello che conosciamo, inoltre è difficile stanare i prestanome perché si attendono ancora i decreti attuativi della riforma del Codice della Strada introdotta nel 2010 che ha sancito il divieto di intestazione fittizia dei veicoli».

Come se non bastasse, diverse sentenze della magistratura affermano che affinché il prestanome possa essere considerato penalmente responsabile deve conoscere ed essere consapevole del comportamento illecito del soggetto che di fatto svolge le sue attività, utilizzando il suo nome.

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