Elezioni Europee 2019

In 400 milioni alle urne per scegliere la nuova Europa

Ancora 21 Paesi devono esprimersi per il rinnovo dei 751 parlamentari di Bruxelles. Si chiude alle 23

In 400 milioni alle urne per scegliere la nuova Europa

Oggi tocca all'Italia andare alle urne per rinnovare il Parlamento europeo. Si tratta delle none elezioni per l'Unione europea dalla sua fondazione, le prime dopo il caos Brexit. Una maxi-tornata elettorale che coinvolge 28 Paesi diversi, scaglionati al voto con elezioni cominciate per alcuni già dal 23 giugno, per un totale complessivo di 400 milioni di elettori. Un primo e importantissimo test nazionale per il governo giallo-verde, dove Lega e Cinque Stelle corrono separatamente.

I seggi apriranno alle 7 e chiuderanno alle 23. Il territorio nazionale, ai fini del voto, è diviso in cinque circoscrizioni elettorali (nord occidentale, nord orientale, centrale, meridionale e insulare), ognuna delle quali elegge un numero di europarlamentari proporzionali al suo numero di abitanti. L'Italia deve eleggere 73 membri del Parlamento europeo, più tre deputati che ci saranno assegnati se e quando il Regno Unito uscirà dall'Ue. Subito dopo la chiusura delle urne comincerà lo spoglio delle schede, poi le varie maratone tv renderanno pubblici gli exit poll e le proiezioni che forniranno una prima stima della composizione del nuovo Parlamento europeo e dei nuovi equilibri politici tra gli Stati membri. L'assemblea Ue è eletta a suffragio universale diretto: tutti gli aventi diritto che hanno più di 18 anni (tranne in Austria e a Malta dove bastano 16 anni per esercitare il diritto di voto e in Grecia dove ne servono 17) eleggono direttamente i loro rappresentanti con il sistema proporzionale, con una soglia di sbarramento al 4 per cento. Fanno eccezione Malta e l'Irlanda, dove viene usato il metodo del voto singolo trasferibile, una pratica tipica del mondo anglosassone che con un unico voto permette all'elettore di assegnare più di una preferenza numerando i candidati sulla scheda elettorale.

Per i trattati europei ogni Stato membro può eleggere fino a un massimo di 96 parlamentari (un tetto previsto solo in Germania, perché è il Paese più popoloso dell'Unione europea) e un minimo di sei (come accade a Cipro, Lussemburgo e Malta, i Paesi più piccoli). Con la proroga al 31 ottobre della Brexit, il Regno Unito (che con i Paesi Bassi è stato il primo Paese a votare, il 23 maggio) è stato chiamato ad eleggere i suoi rappresentanti all'Europarlamento, nonostante parte dei suoi seggi fossero stati già ridistribuiti tra gli altri Paesi. Questo ha riportato a 751 gli eurodeputati da votare, a svantaggio dei 27 eletti chiamati a sostituire i britannici in caso di Brexit, il cui seggio verrà «congelato» fino alla definitiva uscita del Regno Unito.

Londra, a differenza dell'Olanda (dove ci sarebbero i socialisti in testa, seguiti da conservatori e liberali), ha deciso di non diffondere exit poll. Per evitare condizionamenti lo scrutinio, anche dei Paesi che hanno votato in anticipo, comincerà contemporaneamente in tutti gli Stati membri a partire dalle 23 di stasera, a operazioni di voto completate. Tra i primi Paesi chiamati alle urne, oltre a Olanda e Regno Unito, anche l'Irlanda che ha votato il 24 maggio. Ieri è stata la volta di Lettonia, Malta, Repubblica Ceca e Slovacchia. Oggi, insieme all'Italia, tocca a tutti gli altri (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria). In cinque di questi Stati - Belgio, Bulgaria, Cipro, Grecia, Lussemburgo - recarsi alle urne è obbligatorio. Motivo per il quale l'affluenza è molto alta: nel 2014 fu dell'85,5 per cento contro una media europea del 42,6 per cento.

Mentre per l'Italia sarà proprio la partecipazione la principale incognita di questa elezione, dal momento che le statistiche evidenziano un progressivo calo dello slancio europeista dell'opinione pubblica dagli anni '90 ad oggi.

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