Abiti, gioielli e arredi di lusso. In manette il truffatore dei vip

Giovanni Cottone, ex della Marini, ai domiciliari per il crac di Maxwork. 56 milioni di danni all'erario

Abiti, gioielli e arredi di lusso. In manette il truffatore dei vip

Milano - Tempismo perfetto. L'altra sera l'ex moglie Valeria Marini entrava nella casa del Grande fratello, in simultanea lui finiva, più modestamente, agli arresti domiciliari.

È una caduta rovinosa quella di Giovanni Cottone, immortalato solo pochi giorni fa sul red carpet di Venezia insieme alla nuova fiamma Francesca Cipriani. L'imprenditore palermitano, maestro impareggiabile del raggiro, un'abilità straordinaria nello spolpare i patrimoni blindati dei vip, dalla Marini, che aveva addirittura sposato pur avendo un altro matrimonio in corso, a Paolo Berlusconi e Gigi D'Alessio, è inciampato nel disastro della Maxwork, solo qualche anno fa potente società di lavoro interinale con sede a Bergamo. Il navigatissimo e fin qui inaffondabile Cottone era spuntato, puntualmente, nel momento della difficoltà proponendosi come procacciatore d'affari. In realtà, Cottone, l'ex amministratore Massimiliano Cavaliere, pure ai domiciliari, e gli altri sei indagati fra cui l'ex questore di Bergamo Fortunato Finolli, avrebbero letteralmente saccheggiato la Maxwork, frodando contemporaneamente il fisco.

Le cifre sono imponenti: il danno all'erario ammonterebbe, secondo la procura di Bergamo, a 56 milioni di euro, fra imposte e contenuti previdenziali non versati. Non basta, perché Cottone e soci non si sarebbero fatti mancare nulla, confezionando un sequela di bidoni pure all'Inps, dove sarebbe stata inviata documentazione fittizia su posizioni fantasma, per un totale di 3,5 milioni di euro. In realtà, Cottone da vero prestigiatore avrebbe dirottato i capitali della società in altre direzioni: acquisti di oggetti di lusso compresi gli arredi di casa e capi firmati, soggiorni in hotel a 5 stelle, pranzi e cene in ristoranti esclusivi. Regalando all'amico Finolli, come scrive il gip, «due bracciali d'oro del valore di 2970 euro e un iphone 6 per la figlia». Infine i capitali della sfortunata Maxwork sarebbero stati convogliati verso progetti imprenditoriali privi di spessore e destinati fatalmente al naufragio, come la realizzazione di un villaggio turistico in Sardegna.

Insomma, secondo i magistrati c'era del metodo nello sperpero di risorse.

Per questo i pm contestano a vari titolo la bancarotta, il peculato, la truffa aggravata, reati bancari e tributari.

A Bergamo sanno che non sarà facile recuperare quel che si è dissolto ed è sparito lungo mille rivoli, ma si cerca comunque di circoscrivere il disastro. Così, per tamponare il buco, sono stati disposti sequestri preventivi dei beni e delle proprietà degli indagati, fino a un totale di 8 milioni di euro. Attenzione: Cottone era già rimasto impigliato in fragorose e rovinose calamità finanziarie, ma finora ne è sempre uscito indenne.

L'ultimo scandalo, esploso sui media solo poche settimane fa, è quello che ha travolto Gigi D'Alessio, uno dei più celebri artisti napoletani, chiamato dall'onnipresente imprenditore a rilanciare il glorioso marchio della Lambretta e affondato sotto una valanga di debiti milionari.

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