Cronache

Abusi, dimissioni choc di Marx "La chiesa è a un punto morto"

La lettera del cardinale tedesco al Papa: "La catastrofe delle violenze è un fallimento personale e istituzionale"

Abusi, dimissioni choc di Marx "La chiesa è a un punto morto"

«La Chiesa in Germania sta attraversando dei momenti di crisi», è «a un punto morto». Parole dure, un mea-culpa, una lettera clamorosa in cui si parla anche di «fallimento personale, istituzionale e sistematico». L'arcivescovo di Monaco e Frisinga, il cardinale Reinhard Marx, prende carta e penna e scrive personalmente a Papa Francesco, pregandolo di «accettare la rinuncia» e rassegnando le sue dimissioni dalla guida della diocesi tedesca, dove è in carica dal 2007 per volere di Benedetto XVI.

Il porporato, uno dei più fidati collaboratori di Bergoglio, in una lettera datata 21 maggio ma diffusa ieri dalla diocesi, sottolinea come la crisi sia stata «causata anche dal nostro personale fallimento», con l'auspicio che il «punto morto» diventi «anche un punto di svolta». Il riferimento è al rapporto indipendente pubblicato a marzo dall'arcidiocesi di Colonia su abusi e coperture dal 1975 al 2018: 313 vittime di abusi sessuali su ragazzini e 212 responsabili, «nel 63 per cento dei casi sacerdoti». Per l'arcivescovo di Monaco e Frisinga (diocesi che fu guidata anche da Joseph Ratzinger dal 1977 al 1982) «si tratta di assumersi la corresponsabilità relativa alla catastrofe dell'abuso sessuale perpetrato dai rappresentanti della Chiesa negli ultimi decenni. Le indagini e le perizie degli ultimi 10 anni - scrive - mi dimostrano costantemente che ci sono stati sia dei fallimenti a livello personale che errori amministrativi, ma anche un fallimento istituzionale e sistematico. Le polemiche e discussioni più recenti hanno dimostrato che alcuni rappresentanti della Chiesa non vogliono accettare questa corresponsabilità e pertanto anche la co-colpa dell'Istituzione. Di conseguenza rifiutano qualsiasi tipo di riforma e innovazione per quanto riguarda la crisi legata all'abuso sessuale».

«Non sono stanco della carica, e non sono demotivato precisa poi in un incontro con la stampa - sono convinto che questa società abbia bisogno della voce del Vangelo e di una Chiesa che si rinnovi». La Chiesa sia, dunque, «il luogo della guarigione e della speranza». «È spaventoso che anche nell'ambito della Chiesa siano accaduti abusi sessuali». Poi il mea-culpa. «Avverto la mia colpa e la corresponsabilità anche attraverso il silenzio, le omissioni e al troppo peso dato al prestigio dell'Istituzione. Soltanto dopo il 2002 e in modo più intenso dal 2010 sono emersi i responsabili degli abusi sessuali. Tuttavia questo cambiamento di prospettiva non è ancora giunto al suo compimento. La trascuratezza e il disinteresse per le vittime è stata certamente la nostra più grande colpa in passato». Per il cardinale «anche le vittime si aspettano segnali di assunzione di responsabilità».

Il cardinale ammette di «aver fallito». «In questo noi, certamente vi faccio parte anch'io. E questo significa che devo trarre delle conseguenze personali». Marx conclude la lettera assicurando che si impegnerà «a livello pastorale sempre e comunque», se il Papa lo riterrà «sensato e opportuno». «Con le mie dimissioni - conclude Marx - vorrei chiarire che sono disposto ad assumermi personalmente responsabilità non solo per gli errori che posso aver commesso, ma per la Chiesa come istituzione che ho contribuito a formare e plasmare negli ultimi decenni». Nei prossimi mesi è attesa la conclusione del report sugli abusi nella diocesi tedesca.

Ma ancora, ammonisce, «non siamo alla fine del processo di elaborazione di quanto successo».

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