Accoltellò la professoressa, il 16enne va in carcere

Il procuratore: "Nessuna riflessione critica per il gesto che ha commesso". Lo stupore dell'avvocato

Accoltellò la professoressa, il 16enne va in carcere
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Resterà in carcere lo studente di 16 anni che lunedì scorso ha accoltellato la professoressa in classe, al liceo scientifico Alessandrini di Abbiategrasso. Ieri, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Milano, Ciro Cascone, ha convalidato la misura cautelativa.

«Il ragazzo ha ammesso la propria responsabilità ma non è riuscito a giustificare il gesto, non c'è stata alcuna riflessione critica sulla gravità di quanto commesso» ha spiegato Cascone. I reati contestati dalla Procura per i minorenni sono «tentato omicidio aggravato dalla premeditazione» e «detenzione di armi finalizzata alla commissione del reato di tentato omicidio». La vittima, Elisabetta Condò, insegnante del giovane aggressore, ha riportato lesioni gravi al capo, in zona claveare e all'avambraccio destro. Lunedì mattina, in classe, durante la lezione, il liceale ha colpito la professoressa aggredendola alle spalle con un pugnale. Aveva nascosto l'arma da taglio nello zaino. Secondo la ricostruzione della procura il ragazzo «avrebbe smesso di colpire la docente solo quando la donna fuggiva dall'aula. Il giovane poi, impugnando una pistola - rivelatasi successivamente essere un'arma ad aria compressa - intimava ai compagni di allontanarsi dall'aula». Le indagini non si sono ancora concluse. L'avvocato del giovane, Stefano Rubiu, si è detto stupito della custodia cautelare in carcere: «Credevamo che sarebbe arrivata una misura restrittiva, ma di tipo sanitario, in una comunità specialistica». Il sedicenne non ha precedenti, non ha mai avuto a che fare con la giustizia e non era in cura per un disagio psicologico. Era arrivato l'anno scorso al liceo scientifico di Abbiategrasso e, stando al racconto dei compagni, «ha fatto amicizia con tutti, anche se con qualcuno si trovava meglio, come capita spesso. Non aveva voti particolarmente brutti». In classe era solito fare scherzi, tipo staccare la spina della lavagna elettronica per interrompere le lezioni o spruzzare uno spray puzzolente in classe. Era irrequieto e aveva collezionato sei note disciplinari di cui i genitori non sapevano nulla. Quando è arrivato all'ospedale San Paolo, lunedì, dopo l'accoltellamento, i medici gli hanno riscontrato un disturbo paranoide.

Dopo aver convalidato l'arresto il procuratore della Repubblica ha speso parole sul clamore mediatico. «La vicenda ha destato, comprensibilmente, un notevole clamore mediatico, oltre che un naturale allarme sociale essendo avvenuta all'interno di una scuola e da parte di un adolescente che non aveva mai manifestato segnali particolari di aggressività».

Tuttavia, Cascone si è augurato che l'eco della vicenda non superi i limiti del diritto di cronaca «per evitare una sovraesposizione delle parti coinvolte, a cominciare dal giovane indagato, ma soprattutto degli altri studenti, già molto scossi per l'episodio accaduto nella propria scuola». Infine, secondo la procura del Tribunale dei minorenni, l'episodio va letto «come isolato, non sintomatico o tendenziale del disagio e malessere diffuso in alcune fasce della popolazione giovanile e adolescenziale».

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