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Acquaroli vola e sfiora il 50%. Addio sinistra dopo 25 anni

La coalizione lo premia, staccato di 10 punti Mangialardi (Pd). Fdi: "Altra Regione strappata"

Acquaroli vola e sfiora il 50%. Addio sinistra dopo 25 anni

Alla fine, è stata quella che non ti aspetti a fare la differenza su tutte. Le Marche. A sorpresa, ma nemmeno troppo, il centrodestra guadagna un'altra regione. A sinistra cantano vittoria, dimenticandosi di dire che il centrodestra adesso governa 14 regioni contro 5 del centrosinistra.

Perse Toscana e Puglia, che erano due ossi duri, la coalizione composta da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, mostra i propri muscoli con Francesco Acquaroli, un dato politico importante. Non una Regione simbolo come la Toscana, ma comunque una svolta epocale per le Marche visto che era governata dal centrosinistra dal 1995. Per un quarto di secolo i marchigiani nell'urna hanno barrato simboli di centrosinistra. Ma adesso nella terra di santi, musicisti e poeti che ha dato i natali a Maria Goretti, Gioacchino Rossini e Giacomo Leopardi, è arrivato il vento del cambiamento.

La sfida era tra Maurizio Mangialardi, sindaco uscente Pd di Senigallia per il centrosinistra e, appunto, Acquaroli, il «figlioccio» di Giorgia Meloni che, partito con 20 punti di vantaggio, (nella seconda proiezione Swg) si attesta al 47,30%, contro il 37,60% del suo avversario e il 9,30% del candidato M5s Gian Mario Mercorelli. La coalizione Acquaroli va ancora meglio raggiungendo il 51% con Lega al 22%, Fratelli d'Italia al 17,20% e Forza Italia al 7%. Quella di Mangialardi si ferma al 35,60%, con il Pd al 22,40 e Italia Viva con un inconsistente 3,10%. Il M5s raggiunge il 9%.

Il centrosinistra nemmeno nelle Marche aveva concluso l'alleanza con M5s. Il solito pasticcio innescato dalla incapacità di unire le forze sul territorio. La legge elettorale regionale non prevedeva il voto disgiunto, per cui per il Pd è stata caccia aperta ai voti grillini. Che evidentemente non è riuscita. Per il coraggioso Acquaroli, che nella sua estenuante campagna elettorale ha perso 10 chili, questo era il secondo tentativo: è stato candidato presidente nel 2015, ma con un centrodestra diviso, pertanto venne battuto da Luca Ceriscioli. Questa volta aveva dalla sua una coalizione compatta, anche se ha dovuto attendere per mesi l'assenso di Matteo Salvini. Meloni, a caldo, euforica: «Strappata un'altra roccaforte al centrosinistra e offriamo alle Marche una stagione di sviluppo diversa». E il timido e riservato Acquaroli risponde: «Una vittoria della disponibilità e della capacità di dare una nuova opportunità a questa regione».

Acquaroli era stato colpito dalla fatwa dem per via della famigerata «cena fascista» del 28 ottobre 2019 ad Acquasanta Terme, organizzata dal segretario provinciale di Fdi per celebrare la Marcia su Roma. Acquaroli ne prese le distanze e disse di non saperlo e di non avere nostalgie del passato, «ho nostalgia del futuro».

Nato a Macerata, laureato in Economia e amministrazione dell'impresa, di professione consulente finanziario. Sposato dal 2013, tifosissimo dell'Inter, inizia a far politica giovanissimo con Alleanza nazionale diventando consigliere comunale della sua città, Potenza Picena, della quale è sindaco dal 2014 al 2018. Fa parte della cosiddetta Generazione Atreju, l'associazione giovanile post An in cui è cresciuta la Meloni, oggi è deputato di Fratelli d'Italia. E da domani nuovo governatore delle Marche.

Un bel regalo per il compleanno di Acquaroli, che venerdì compie 46 anni.

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