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Adesso Conte si nasconde: il M5s sparisce dal voto

Quest'anno i 5 Stelle presenteranno solo 67 liste, il 70% in meno rispetto al 2017. È un flop annunciato. La Sabatini processa Conte: "Ha ridotto il M5s a un partitino qualunque"

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Immaginate un centometrista che sa di aver perso ancor prima della gara. E non solo perché tutti gli altri atleti sono di gran lunga più forti di lui, quanto piuttosto perché, per paura della figuraccia che avrebbe fatto, ha preferito non scendere nemmeno in pista. Beninteso, la figuraccia resta comunque. Solo uno sprovveduto potrebbe pensare il contrario. Ma, perlomeno, il nome del suddetto centometrista fifone non figurerebbe in fondo al cartellone con un tempo tanto pessimo quanto imbarazzante da scatenare i sollazzi degli avversari. Ebbene nell'agone politico di oggi c'è un corridore che, al pari del centometrista, si rifiuta di correre: è Giuseppe Conte.

Catapultato a Palazzo Chigi nel 2018 da un Movimento 5 Stelle fresco di un roboante 32% alle elezioni politiche, il Giuseppi nazionale ha dilapidato i consensi del partito sino a ridurli a un lumicino. Oggi i sondaggisti sono, infatti, concordi nel ritenere i Cinque Stelle al minimo storico, sempre più a ridosso della soglia psicologica del 10%. Un terzo esatto di quanto avevano incassato quattro anni fa. E così, proprio per prevenire una figuraccia a livello nazionale alle elezioni amministrative che si terranno il prossimo fine settimana, il capo politico del movimento ha deciso di chiamarsi fuori dalla competizione. Se si confrontano i numeri delle liste presentate alle comunali del 2017 attraverso la piattaforma Rousseau con quelli delle liste che correranno domenica prossima, appare lampante la débâcle della premiata ditta Conte.

Nel giugno del 2017, quando a tirare avanti la baracca era ancora Beppe Grillo, i Cinque Stelle si presentarono come alternativa ai partiti e, quindi, senza stringere alcun accordo con altri partiti. In tutto parliamo di 224 liste in diciassette diverse regioni. Quasi 35mila elettori misero la x sul simbolo del movimento permettendo così l'elezione di dieci sindaci e 337 consiglieri comunali. Qualche mese dopo il timone passò nelle mani di Luigi Di Maio, poi a fine gennaio 2020 toccò a Vito Crimi e infine, dal 6 agosto dell'anno scorso, è tutto nelle mani di Conte che, oltre ad aver devastato l'Italia stando alla guida di due esecutivi diversi, ha pure affondato i grillini. Quest'anno, infatti, il M5s presenterà appena 67 liste, un terzo delle quali saranno in coalizione col Partito democratico. Più del 70% in meno rispetto al 2017. "Il principale errore di Conte è stato quello di voler fare qualcosa che tutti sapevano non essere in grado di fare ossia il leader di una forza politica", commenta al Giornale.it Enrica Sabatini. "La banalizzazione operata da Conte ha reso il progetto politico di Gianroberto Casaleggio un partitino qualunque che si presta ad essere il vassallo di altre forze politiche all’occorrenza e per convenienza".

Se Conte pensa di salvare la faccia non presentando il M5s alle amministrative, presto dovrà rendere comunque conto davanti al tribunale di Napoli. Dopo due ore l'udienza, il giudice Loredana Ferrara, chiamato a vagliare sul ricorso presentato da otto attivisti contro il nuovo statuto, si è riservato di decidere. La camera di consiglio si è aggiornata senza una nuova data.

La decisione, quando arriverà, potrebbe essere la pietra tombale su Giuseppi.

Liste M5s

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