Roberto Pellegrino
Madrid C'è chi l'ha bollata come anacronistica o peggio come un'iniziativa che crea danno alla fragile ripresa economica del Paese, ma poi si scopre che sono ancora molti i suoi estimatori a rivolerla nella propria giornata. La siesta, come la corrida o il prosciutto, è un segno della più profonda ispanicità, anche se poi la parola è latina, la sexta hora e indica un limite di tempo compreso tra le 12 e le 15 che gli antichi romani dedicavano al pranzo e a un riposino breve, ma fatto regolarmente e in tutta comodità. Ora, dopo che una decina d'anni fa il governo progressista di Zapatero, l'aveva per legge eliminata da tutti gli uffici pubblici, riducendo la pausa pranzo da tre ore a una, sperando in una migliore efficienza dei dipendenti, un ostinato sindaco valenciano l'ha sdoganata, riammettendola e promuovendola nella sua città, come patrimonio della loro comunità.
Succede ad Ador, comune di mille e quattrocento anime a una cinquantina di chilometri a Sud di Valencia, dove la questione siesta o non siesta è diventata una faccenda seria per il sindaco Joan Faus Vitoria. Il primo cittadino, analizzando la storia del suo comune, il clima, il comportamento sociale e le tradizioni contadine, ha deliberato per il «sì»: siesta per tutti, commercianti e impiegati, studenti delle scuole pubbliche e anziani, per almeno tre ore dal lunedì al venerdì. L'orario? Dalle 14 alle 17, periodo in cui, per le strade del piccolo comune non deve volare una mosca. Silenzio assoluto per invogliare al riposo assoluto. Per tre ore niente tv accesa, niente radio e niente musica a volume sostenuto. L'unico rumore ammesso, se proprio non se ne può fare a meno, è il russare. E a vigilare sul silenzio, ci sono tre agenti che in quell'orario, invitano gentilmente adulti e bambini a rientrare nelle loro case. A chi ha bollato di «follia anacronistica» tale legge, Faus Vitoria, ha risposto: «La nostra economia è legata alla campagna, quindi è assolutamente sensato prendersi una lunga pausa durante le ore più calde della giornata. Anche in inverno, con un clima più fresco, è sempre meglio ritemprarsi con la siesta dalla fatica nei campi». E i cittadini di Ador sono letteralmente impazziti per l'invito alla pennichella. Grandissimo l'entusiasmo dei cittadini, tutti ligi a rispettare la regola del riposo. «Non ci sono mai stati problemi, ma per chi infrange ha precisato il sindaco - non sono previste sanzioni. Più che un obbligo, è una raccomandazione». Un saggio consiglio, insomma.
Nella giunta comunale di Ador, governa una coalizione di sinistra, composta di socialisti e Podemos, che ha votato per la siesta d'ufficio che ha alcune regole o consigli da rispettare o seguire: la siesta si fa a letto, o al massimo su un divano molto comodo. La pennichella deve seguire il pranzo e non deve durare più di 15 massimo 30 minuti, poi è considerata ozio ai danni del lavoro. Durante il riposino bisogna escludere tutti gli elementi di disturbo: tv spenta o a volume basso, se concilia il sonno, niente telefoni, fissi e mobili e computer in stand-by. Il risveglio deve essere dolce, non brusco.
Meglio svegliarsi con la lieve pressione dalla mano della moglie o del collega d'ufficio che dal trillo della sveglia del cellulare. E per riprendersi dal sonno, il sindaco di Ador, consiglia bere un bel bicchiere d'acqua accompagnato da un quadratino di cioccolato fondente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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