Ancora una tragedia nel Mediterraneo, ancora migranti vittime del mare.
Sarebbero una settantina, secondo l'agenzia tunisina Tap, i migranti rimasti vittima del naufragio del loro barcone a una quarantina di miglia al largo di Sfax, la seconda città della Tunisia, situata sulla costa orientale del Paese nordafricano.
Erano circa novanta alla partenza, tutti migranti di origine subsahariana, saliti a bordo quasi certamente in territorio libico per puntare a uno sbarco in territorio europeo. Dopo poche ore, però, ecco il disastro. Per almeno settanta di loro non c'è stato niente da fare, mentre i pescatori tunisini attivi nella zona sono accorsi sul luogo del naufragio riuscendo a soccorrere, secondo le autorità di Tunisi, circa 16 persone, portate in salvo a terra.
I cadaveri recuperati dalla marina tunisina, che coordina anche le operazioni di soccorso alla ricerca di possibili altri superstiti, sono stati via via trasferiti all'ospedale universitario «Habib Bourguiba» di Sfax. La notizia del naufragio è stata confermata anche da Alarm Phone, la «hotline» che allerta in caso di imbarcazioni con migranti in difficoltà nell'Egeo o nel Mediterraneo, e che mette in guardia dalla possibilità che la conta delle vittime possa ancora salire nelle prossime ore.
E sempre Alarm Phone ha dato ieri notizia di un altro barcone in avaria che si troverebbe al largo delle coste libiche con almeno un centinaio di migranti a bordo, tra i quali 24 donne e otto bambini. Secondo le informazioni raccolte dall'organizzazione e riportate in un tweet, il motore della barca, poco distante dalla costa della Libria, sarebbe in avaria, e dunque nell'impossibilità di muoversi, e le persone a bordo sarebbero «nel panico»: secondo l'organizzazione, la guardia costiera italiana, allertata dell'emergenza, avrebbe assicurato di aver comunicato coordinate e situazione alla controparte libica, che invece Alarm Phone sostiene «non aver risposto»..
Intanto proprio ieri l'Unicef ha denunciato, con un comunicato stampa, il dato delle persone che avrebbero perso la vita nel Mediterraneo nei primi tre mesi dell'anno: 365. Ossia il 60 per cento del numero complessivo delle vittime registrate nel corso dell'anno precedente. Secondo l'agenzia delle Nazioni unite, inoltre, anche se il flusso di migranti che hanno sfidato il mare per raggiungere l'Europa è in leggera flessione rispetto al 2018 (sarebbero stati 16mila tra gennaio e marzo), aumenterebbero invece i bambini a bordo delle imbarcazioni di fortuna.
I minori sarebbero passati a «pesare» da un quinto a un quarto dei passeggeri, per un totale di 3.800 arrivi nel primo trimestre 2019, che si aggiungoo ai 41mila minori già registrati e ancora presenti nelle strutture di accoglienza italiane, greche e nei Paesi balcanici.MMO
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