«Aiuto, l'Isis mi ha aggredito» Ma il maestro si è inventato tutto

È scattata la caccia all'uomo, poi la confessione

La Francia si riscopre vulnerabile. Colpita nel cuore delle istituzioni pubbliche, dove il presidente François Hollande ha più investito per eradicare la violenza di matrice religiosa: le scuole. Stavolta, però, a colpire è stata la menzogna. Siamo nella banlieue più prossima a Parigi, una di quelle aree «di sicurezza prioritaria» censite nel 2012 dal governo socialista. Nel dipartimento 93 della Seine-Saint Denis, dove la disoccupazione giovanile supera il 30% e le rapine sono ordinaria amministrazione.Dopo il 13 novembre, giorno degli attentati, qui è cambiato qualcosa. A Aubervilliers sono moltiplicati i presidi di polizia; soprattutto nei plessi scolastici. Ma intorno alle 8 di ieri mattina, dalla materna Jean Perrin, è arrivata la notizia sconvolgente: un uomo, disarmato, in tuta da imbianchino, si è introdotto nell'edificio. Indosso calzature militari. Senza che nessuno lo fermasse o ne fosse insospettito. Un «estraneo» in scarponi.Si è diretto in una delle classi, ancora vuota. Si è procurato un taglierino e un paio di forbici. Una minaccia avallata anche dalla procura. Solo dopo la confessione della vittima del presunto accoltellamento, è emerso che tutto era pura fantasia. A inventarsi la storia, un insegnante di 45 anni. Si stava preparando ad accogliere gli alunni quando è stato «aggredito», ha raccontato, colpito più volte a un fianco, alla fronte e alla gola. Il colpevole? Un uomo a viso coperto che avrebbe pronunciato la frase choc: «Sono di Daesh, questo è un avvertimento».Invece l'insegnante, ricoverato per lesioni che si era auto-procurato, aveva escogitato tutto, montando un caso che ha tenuto banco per una giornata e scatenato una nuova caccia all'uomo. L'antiterrorismo aveva intanto aperto un'inchiesta per tentato omicidio legato ad associazione con scopi terroristici. Sul posto era arrivato in poche ore anche il ministro dell'istruzione Najat Vallaud-Belkacem, annunciando «il rafforzamento delle misure di sicurezza nelle scuole».L'intero dipartimento di Seine-Saint-Denis, in cui le forze speciali hanno messo a segno il blitz dov'è morto Abdelhamid Abaaoud, la mente delle stragi di Parigi, è tornato teatro di ricerche a tappeto su una nuova potenziale minaccia in fuga. A dar corpo alla denuncia, la propaganda dell'Isis che nei giorni scorsi indicava il sistema scolastico come bersaglio prioritario.

Il magazine francofono dei terroristi, «Dar al Islam», titolava infatti «La Francia in ginocchio». Chiedeva ai genitori musulmani di «ritirare i figli dalle scuole francesi» e di «uccidere i professori che vi insegnano la laicità». Insomma, c'era da credergli.

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