
"Trovo l'Italia molto diversa da quando l'ho lasciata, 23 anni fa. È un Paese che ha perso il senso della legalità, non c'è comprensione profonda della Costituzione. Non c'è sensibilità verso il ritorno non solo delle destre ma di atteggiamenti fascisti. Sto parlando dei comportamenti delle forze dell'ordine contro la popolazione, contro chi protesta. Questo mi fa molta paura": a queste parole Francesca Albanese raccoglie un lungo applauso - non sarà l'unico - da un'Aula magna gremita. Ci sono per lo più magistrati, ma anche avvocati e studenti.
La relatrice speciale all'Onu sui territori palestinesi occupati interviene da remoto all'incontro intitolato "Gaza, l'umiliazione del diritto", organizzato nel pomeriggio di ieri dalle toghe di Magistratura democratica e Area. Il convegno si è tenuto in memoria di Giovanna Ichino, giudice di Milano scomparsa alcuni mesi fa, nell'aula del Palazzo di giustizia intitolata a Emilio Alessandrini e Guido Galli.
Sono intervenuti, prima di Albanese: i magistrati Gaetano Ruta e Beatrice Secchi, Gad Lerner, la giornalista e scrittrice Anna Momigliano e le docenti universitarie di Diritto penale, Chantal Meloni e Emanuela Fronza. I giuristi hanno parlato di "negazione del diritto" e di "giustizia umiliata" da ciò che sta accadendo oggi a Gaza. In generale del ruolo del diritto penale internazionale e della Corte internazionale di giustizia dell'Aja nel contesto attuale e anche della definizione giuridica del reato di "genocidio". Momigliano ha descritto la "volontà reciproca di annientamento dell'altro" fra israeliani e popolo palestinese e di "retorica dell'espulsione" del nemico che permane da entrambe le parti.
Nel proprio intervento breve ma molto accorato Albanese ha aggiunto: "La Palestina è l'emblema del rifiuto dei fatti e del diritto, del fallimento della nostra società. Chi ha difeso i palestinesi dagli attacchi illegali di Israele in questi anni?... I palestinesi sono stati disumanizzati, ma la disumanizzazione è anche la nostra. Siamo abituati alla loro sofferenza, abbiamo smesso di vederli". La relatrice Onu ha sottolineato di avere "sempre condannato anche i crimini del 7 ottobre". E ancora: "Ciò che succede oggi ai palestinesi è come quello che è successo alle ebree e agli ebrei qui in Europa. I nostri fratelli ebrei sono stati disumanizzati prima di essere sterminati. Non è vero che il genocidio degli ebrei è stato compiuto in sordina, gli ebrei sono stati prima uccisi dalle leggi fasciste e perché non erano considerati come esseri umani".
Ha concluso: "Si sta minando l'esistenza stessa della giustizia internazionale ed è una vergogna che l'Italia non faccia nulla. Tutti noi non facciamo abbastanza. Ed è proprio perché io sono intrisa di cultura italiana e di umanesimo che svolgo il mio compito con tanta passione...".
L'ospite d'onore del convegno ha anche ammesso che tra la gente c'è un maggiore coinvolgimento su queste vicende: "Mi capita di passeggiare e di ricevere abbracci, strette di mano, di vedere persone che si commuovono... Pensano alla sorte dei palestinesi".