Antonio SignoriniRoma Il tana libera tutti nel Movimento cinque stelle galvanizza Angelino Alfano che mette da parte le timidezze delle settimane scorse. Se il disegno di legge Cirinnà arrivasse al voto nella sua intera formulazione «voteremo no decisamente, dicendo al Pd che è un grandissimo errore politico», ha spiegato ieri il ministro dell'interno e leader di Ncd. Alfano nega di avere esultato per il cambio di rotta del M5S. E dice di essere «contro il metodo della minaccia, per stile e per tattica».Più facile, effettivamente, che la libertà di coscienza ai parlamentari pentastellati abbia messo in difficoltà l'ala moderata delle maggioranza, forzandoli a prendere una posizione più netta rispetto a quella delle prime fasi del dibattito. Per uscirne Alfano spiega che a destabilizzare tutto è la linea decisa da Beppe Grillo e le divisioni nel Pd. «Se il M5s non ha una linea di indirizzo ufficiale e quindi un obbligo di fedeltà a una linea, e anche il Pd lascia un po' a briglie sciolte i senatori, è a rischio l'intera legge», ha spiegato lo stesso ministro a SkyTg24. La soluzione è lo stralcio dell'adozione del figlio del compagno: «Il Pd ha davanti a sé il bivio tra partito che governa e il cattivo senno di chi vuole dividere il Paese».Palla nel campo di Renzi che continua a non spendersi in prima persona sul nodo stepchild, ma che non intende cedere dando il suo sì allo stralcio delle adozioni. La linea del governo è affidata al presidente del partito Matteo Orfini che conferma la linea decisa all'ultima direzione: «Non prendo in considerazione l'ipotesi che la legge non passi con anche la stepchild». Il premier non intende fare una marcia indietro, ma non impegna il governo. Se dovesse saltare la stepchild via emendamento, Renzi potrebbe facilmente dare la colpa al M5S e Alfano potrebbe incassare una vittoria politica.Anche perché le cose dentro il partito moderato della maggioranza non vanno benissimo. Resistono posizioni più radicali di quella del ministro dell'Interno. Ieri Maurizio Sacconi e Nico D'Ascola, senatori di Ap, danno un'interpretazione radicale delle parole di Alfano. «I termini posti da Ap sono inequivoci e non riconducibili solo allo stralcio della stepchild adoption. Alfano ha innanzitutto richiesto la cancellazione dei simil-matrimoni perché essi sarebbero la premessa delle adozioni generalizzate». Sacconi è contrario alla legge e nega che il problema siano dissensi «su qualche articolo». Vanno cancellate le unioni «disegnate sui matrimoni perché profondamente divisive della nazione prima ancora che del palazzo. Esse determinerebbero una rivoluzione antropologica cambiando la famiglia costituzionale e introducendo la genitorialità omosessuale. Le conseguenze sarebbero inevitabilmente traumatiche». Laura Bianconi, senatrice Ap, invita ad accogliere la proposta di Renato Schifani di stralciare le adozioni, che sono un tema «divisivo».Il Partito democratico sembra non prendere troppo sul serio gli ultimatum dell'ala dura Ncd e Ap, tanto quanto gli avvertimenti di Alfano sui rischi che la legge salti. Renzi non ci crede e, comunque, non pensa che il ministro voglia fare saltare il tavolo.
«Il Partito democratico ha un patto di legislatura con il Nuovo centrodestra che dura fino al 2018. Votiamo insieme la fiducia al governo e le leggi. Non mi sembra drammatico avere con Ncd un'opinione diversa su ogni singolo articolo», ha assicurato il capogruppo democratico al Senato Luigi Zanda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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