«Alfano si vergogna della polizia»

La denuncia del segretario del Sap: «Lui e Renzi pretendono che ai loro comizi gli agenti rimangano nascosti»

RomaProtetti sì, ma con discrezione. A una certa distanza. E soprattutto, in modo che nelle foto i poliziotti si vedano il meno possibile, grazie. Il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Interno Angelino Alfano si muovono per l'Italia circondati dalle opportune misure di sicurezza. Garantita, ovviamente, dalle forze dell'ordine. Ma a quanto pare, ultimamente entrambi preferiscono non farlo notare.

Uno strano atteggiamento denunciato da Gianni Tonelli, segretario del Sindacato autonomo di polizia (Sap), all'indomani della «missione» ligure di Renzi, che il 25 maggio ha partecipato a una iniziativa elettorale alla Spezia in appoggio alla candidata Pd alla guida della regione, Raffaella Paita, e della visita di Alfano a Treviso.

«Per il premier - spiega Tonelli - c'erano due squadre operative della questura spezzina, una ventina di persone in tutto, che per “superiore disposizione” sono state però tenute a una certa distanza dall'evento. Inoltre una pattuglia della polizia che si trovava più vicina al palco è stata fatta allontanare dalla scorta di Renzi, che ha chiesto ai colleghi di andarsene alla svelta per “non farsi vedere”». Sempre a margine del comizio ligure, poi, a un reparto un po' troppo esposto alla pubblica vista sarebbe addirittura arrivato l'ordine perentorio di “buttarsi in giardino” per nascondersi.

A est soffiava lo stesso vento, con il titolare del Viminale in tour elettorale a Treviso e i medesimi problemi per gli agenti in servizio per garantire la sicurezza al «proprio» ministro. «Già, come accaduto per Renzi, anche la scorta di Alfano - continua il segretario del Sap - ha preteso che i poliziotti della Questura di Treviso fossero presenti in zona, ma ben nascosti».

La presa di distanza, manco a dirlo, ai poliziotti non è piaciuta molto. Anche perché c'è qualche precedente - che gli agenti non hanno mai digerito - con la presidente della Camera, Laura Boldrini, che non gradirebbe in occasione dei suoi spostamenti pubblici scattare selfie coi poliziotti. «Una storia assurda, che ci vede indignati perché la terza carica dello Stato non vuole che la sua immagine venga associata a quella della polizia», sospira Tonelli. Che poi bolla come «inaccettabile» anche che lo stesso atteggiamento «ora arrivi dal Presidente del consiglio e dal ministro “di casa” per gli agenti», chiosa il sindacalista.

«Siamo senza parole - prosegue - per questi ultimi episodi, che sono tra l'altro provati e certificati. Se qualcuno pensa che sia normale pretendere la nostra protezione lasciandoci però nascosti come topi, sappia che pretendiamo rispetto».

Perché due esponenti di primissimo piano del governo si «vergognano» così tanto di un organo del governo, quale è la polizia? Il sospetto è che tutto abbia origine da una polemica tra Alfano e Salvini di metà maggio, quando in risposta al leader del Carroccio che chiedeva più sicurezza ai comizi, il ministro aveva replicato facendo il conto degli agenti impegnati da fine febbraio per seguire il tour di Salvini: oltre 8mila uomini. Tra le righe, una critica nemmeno troppo velata al leader leghista per il presunto «spreco» di risorse. E, dunque, «occultare» gli agenti dispiegati per tenere al sicuro Renzi e Alfano - certamente più numerosi di quelli, visibilissimi, presenti alle «tappe» del tour di Salvini, potrebbe essere un modo per evitare di esporre premier e ministro a un facile contrattacco sullo stesso terreno.

La giustificazione, per il Sap, serve a poco. Tonelli chiede rispetto e manda un messaggio a Renzi e Alfano: «Tenerci nascosti per schivare critiche politiche è un affare che non deve riguardarci come polizia. Ma non accettiamo che chi garantisce la vostra sicurezza venga ricambiato con una dimostrazione di disprezzo».

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