Politica

Alfredo Mantovano, il nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio

Alfredo Mantovano, cattolico praticante e storico esponente di An, sarà il sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Meloni

Alfredo Mantovano, il nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio

Alfredo Mantovano sarà il sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Meloni, a dispetto di tutti i toto-ministri che assegnavano quella casella al fedelissimo Giovanbattista Fazzolari.

Mantovano, 64 anni, nativo di Lecce, ha un lungo trascorso politico tra le fila di Alleanza Nazionale. Laureato in Giurisprudenza alla Sapienza con una tesi costituzionalità della legge italiana sull'aborto, è magistrato dal 1983. Inizia la carriera come presso il Tribunale di Ginosa, poi dal 1988 al 1996 è giudice penale al Tribunale di Lecce. Entra in politica come deputato in occasione delle Politiche del 1996, dopo aver ottenuto con il 50,8% dei consensi nel suo collegio. L'anno seguente si iscrive ad Alleanza Nazionale. Nel 2001 si ricandida per la Casa delle Libertà e viene sconfitto da Massimo D'Alema nel collegio di Gallipoli, ma non viene rieletto però viene nominato sottosegretario al Ministero dell'Interno del secondo governo Berlusconi II. Cinque anni dopo viene eletto senatore con An e, dall'opposizione, entra a far arte della commissione Affari Costituzionali e del Copasir (Comitato parlamentare di controllo sui servizi di informazione e di sicurezza). Presenta sette proposte di legge, tra cui una per l'istituzione di una procura antiterrorismo e per il riordino delle forze di polizia italiane. Nel 2008 ritorna a Montecitorio e viene nuovamente nominato sottosegretario all'Interno nel governo Berlusconi IV. In tal veste si occupa del “pacchetto sicurezza”, contenente norme per il contrasto alle mafie, per la prevenzione dell’immigrazione clandestina e per la sicurezza urbana. Ha coordinato i lavori del Comitato per l’Islam italiano e, nella primavera 2011, ha creato l’unità di crisi al momento dell’emergenza immigrazione.

Dopo la caduta dell'esecutivo, diventa membro della Commissione Bilancio della Camera. Nel 2012 vota la fiducia al governo Monti a cui, però, il leader dell'allora Pdl, Silvio Berlusconi aveva tolto il supporto. Conclusasi la legislatura, decide di non ricandidarsi e rientra in magistratura. Dal maggio 2013 è consigliere alla IV sezione penale della Corte di appello di Roma, dove si occupa anche di misure di prevenzione e di diritto penale europeo e internazionale e coordina l'ufficio delle rogatorie internazionali. Dall' ottobre 2018 è consigliere alla Corte di Cassazione. Cattolico praticante, collabora con la rivista Tempi e dal 2015 è presidente della sezione italiana della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre.

È, inoltre, vicepresidente del Centro studi Rosario Livatino, costituito da magistrati, avvocati, notai e docenti di giurisprudenza, che si occupano di temi quali il diritto alla vita, la famiglia e la libertà religiosa.

Commenti