Alta tensione in Sassonia arrestati sei neonazisti: "Preparavano attentati"

Avevano partecipato agli scontri di Chemnitz, quando la Merkel parlò di "caccia allo straniero"

Alta tensione in Sassonia arrestati sei neonazisti: "Preparavano attentati"

Berlino - La Germania non deve abbassare la guardia. «Il rischio di un attacco terroristico è sempre alto e le operazioni di queste ore riflettono la tolleranza zero verso l'estremismo di destra». Lo ha detto il ministro degli Interni tedesco Horst Seehofer commentando gli arresti condotti dalla polizia su impulso della procura federale. A seguito di una serie di perquisizioni in Sassonia e in Baviera, la polizia ha fermato sei cittadini tedeschi di età compresa fra i 20 e i 31 anni nella notte fra domenica e lunedì. I sei sono accusati di fare parte di «Rivoluzione Chemnitz», un gruppo eversivo di estrema destra fondato in concomitanza con le manifestazioni a sfondo xenofobo delle scorse settimane a Chemnitz, in Sassonia. La Procura federale ha rivelato che i sei stavano organizzando attacchi contro stranieri e contro giornalisti e politici considerati avversari.

Le azioni violente sarebbero dovute scattare domani, mercoledì 3 ottobre, nel ventottesimo anniversario della riunificazione tedesca, festa nazionale in Germania. Due settimane fa, cinque dei sei fermati avrebbero partecipato ad attacchi contro alcuni stranieri a Chemnitz e tentato, nei giorni scorsi, di procurarsi armi semiautomatiche. Lo scorso 14 settembre era già stato arrestato il 31enne Christian K., considerato il capo del gruppo vicino agli hooligan della terza città della Sassonia. La cancelliera è diventata l'obiettivo principale dei manifestanti in strada, accusata di essere responsabile di un presunto aumento della criminalità a seguito dell'arrivo in Germania di oltre un milione di richiedenti asilo nel 2015 e 2016 grazie alla sua «politica delle porte aperte». Angela Merkel aveva denunciato le «cacce allo straniero» per le strade di Chemnitz affermando che non c'era spazio per questo nello Stato di diritto tedesco. Il 7 settembre la smentì l'allora capo dell'intelligence interna BfV, Hans-Georg Maassen, finito poi per questo nella bufera e infine rimosso.

Non è solo l'eversione a preoccupare il governo federale. All'avvicinarsi delle elezioni in Baviera (il 14 ottobre) e in Assia (il 28),aumentano i segnali di disaffezione degli elettori verso i grandi partiti popolari tedeschi, uniti in grande coalizione dal 2013. Secondo l'ultima rilevazione condotta da Enmid, la Cdu di Angela Merkel e suoi alleati bavaresi sono al 27%, un livello catastrofico per il fronte moderato. Con il 16% dei voti, l'Spd otterrebbe il risultato più basso di sempre, scivolando al terzo posto dietro ai populisti di AfD avvistati al 17% a livello federale.

Una ricerca diffusa dalla Fondazione Bertelsmann conferma infine che il centro dello schieramento politico in Germania si sta disgregando sotto la spinta di pulsioni populiste sempre più forti. Condotto fra maggio e agosto su un campione di 3400 elettori, lo studio ha rilevato una crescita di 4 punti percentuali delle «tendenze anti-establishment, anti pluralismo e della voglia di maggiore sovranità».

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