Nel 2024 ci sono stati 273 feriti tra le forze di polizia con un incremento del 127 per cento. Per il ministro Piantedosi (nella foto), che ha firmato un libro intervista con Annalisa Chirico, Dalla parte delle divise, ed. Piemme, "è inaccettabile che anche un solo agente di polizia nell'esercizio delle due funzioni finisca per diventare bersaglio di facinorosi e violenti". Precisa, il titolare del Viminale: "Ho un sacro rispetto per la libertà di pensiero e di manifestare, proprio per questo ritengo che non si possa definire manifestante il ragazzo che arriva al corteo con il volto coperto e armato come se dovesse andare in guerra. Sono persone che cercano lo scontro con le forze di polizia, il loro obiettivo è questo". Piantedosi ricorda anche che ci sono state circostanze in cui la "polizia è stata messa sotto accusa per l'esercizio della forza, ma il più delle volte sono stati gli stessi operatori che si sono autoidentificati per favorire l'accertamento delle responsabilità smontando l'assunto secondo cui sarebbero necessari codici identificativi per riconoscere gli agenti. Una misura invocata a sinistra che non consentirò mai finché sarò ministro - sottolinea -. Non per difendere chi sbaglia ma perché credo che si possa trasformare in una marchiatura. Gli agenti devono essere tutelati".
Nel libro si ripercorrono anche i più noti casi di cronaca che hanno coinvolto uomini delle forze dell'ordine colpiti da inchieste giudiziarie nello svolgimento del loro lavoro, dalla violenza della criminalità. Feriti fisicamente e moralmente.
È passato un anno dall'incidente in cui ha perso la vita il 19enne Ramy Elgaml, durante un inseguimento dei carabinieri. Per quella tragedia sono indagate due persone, il giovane che era alla guida della moto in fuga con a bordo il 19enne - e il carabiniere al volante della gazzella. Chirico ricorda la gogna mediatica nei confronti dei militari, le tensioni e il rischio di ulteriore violenza di piazza. Il caso è ancora aperto, ma il libro cita la perizia dell'ingegnere incaricato dalla Procura, che aveva parlato di un inseguimento "conforme alle procedure".
Ancora a febbraio scorso, due agenti di polizia erano stati feriti a martellate sulla bretella autostradale Ivrea-Santhià, da un francese di 26 anni. L'aggressore è stato ferito a sua volta da un colpo di pistola sparato da uno dei due poliziotti colpiti, che però è stato indagato per lesioni aggravate dall'uso dell'arma di servizio. Ed è stato assolto dopo sei mesi il carabiniere che nella notte di Capodanno del 2025 ha sparato e ucciso Muhammad Sitta, il 23enne egiziano che aveva accoltellato quattro passanti a Villa Verucchio. "Ha agito correttamente" è conclusione della procura di Rimini, che ha chiesto l'archiviazione per Luciano Masini. Per i magistrati l'intervento del carabiniere è stato necessario e proporzionato.
C'è anche la vicenda del vice ispettore Giuseppe Sortino che aveva subito il pestaggio da quattro persone. "Un'aggressione brutale", aveva riferito dalla Procura, al culmine della quale il poliziotto aveva sparato tre colpi contro uno degli aggressori che è deceduto. L'agente è indagato per omicidio.
È passato un anno dalla morte del 26enne maliano Moussa Diarra, ucciso da un colpo di pistola, sparato da un agente della Polfer, in stazione a Verona Porta Nuova. Che è stato indagato per omicidio colposo, dopo mesi la procura ha chiesto l'archiviazione.
"Che società è quella in cui un poliziotto che usa l'arma di servizio
diventa subito e irrimediabilmente la vittima di un duplice processo, della magistratura e dell'opinione pubblica?", riflette Chirico. Che conclude: "Alle nostre divise serve più forza, più garanzie. Dalla loro parte, sempre".