L'invasione è ripartita, mentre all'ex ministro Matteo Salvini arriva l'ennesimo procedimento per aver tentato di fermare una nave in Sicilia. Sulle coste italiane solo ieri sono arrivati 180 migranti, tutti a Lampedusa e tutti a bordo di 7 barchini con circa 25 persone ciascuno. Hanno preso il largo tutti dalla Tunisia, Paese da cui sono riprese insistenti le partenze. Il sospetto è che siano stati messi in mare da una nave madre, ovvero un'imbarcazione più grossa o un peschereccio che li ha scaricati ad alcune miglia dalla costa. Un sistema usato da sempre dai trafficanti di esseri umani.
La politica dell'accoglienza italiana, incentivata dal governo giallorosso, sta infatti dando i suoi frutti, con le promesse di porti aperti e le cooperative già pronte a rimettersi in moto per garantire sussistenza agli immigrati e guadagnare sui viaggi della speranza. La verità è che la situazione è preoccupante, soprattutto alla luce di quanto annunciato da Unhcr, che l'altro ieri aveva parlato di un barcone probabilmente rovesciato con una cinquantina di persone a bordo. Dell'evento non si hanno più notizie, nonostante i soccorsi siano partiti. Per ora nessun naufrago è stato ritrovato, così come nessun corpo. Il rischio è che si tratti di una nuova strage del mare, le cui responsabilità vanno ricercate in una politica che incentiva le partenze, facendo arricchire i trafficanti di esseri umani, anziché ricercare soluzioni che blocchino i flussi illegali a favore di quelli regolari.
Anche in Sardegna sono sbarcati ieri una settantina di algerini, anche loro giunti a bordo di barchini.
La Guardia costiera libica, invece, avverte che il natante segnalato da Alarm Phone, il servizio telefonico privato usato dagli immigrati per chiedere soccorso e gestito da padre Mussie Zerai, indagato per favoreggiamento all'immigrazione clandestina, è stato riportato indietro. Sono 71 le persone recuperate. Sono tutti uomini e sono stati intercettati 45 miglia a nord-Ovest della Tripolitania. I migranti sono di nazionalità araba e provengono da Sudan (27), Egitto (15), Palestina (3), Pakistan (25).
L'Unhcr ha sottolineato, nonostante il salvataggio, che la Libia «non è un porto sicuro per lo sbarco». Per le Ong l'Europa dovrebbe intervenire in maniera più incisiva. «Se non volete farlo voi, lasciateci salvare la gente in mare», dicono da Mediterranea Saving Humans, le cui navi sono attualmente sotto sequestro.
L'unica Ong attiva è Open Arms, che a momenti dovrebbe riprendere i suoi viaggi nella zona Sar libica, tra le critiche della Guardia costiera di quel Paese che continua a specificare che i salvataggi non richiesti incentivano le partenze.
L'ondata di arrivi sulle coste italiane fa triplicare la percentuale del numero di migranti sbarcati. «Più di mille sbarchi in più rispetto all'anno scorso nel mese di settembre, con l'aggiornamento di domani andremo ben oltre il +110%. Conte Vergogna», scrive l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini. Per il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, «gli sbarchi non si sono mai fermati. E in queste ore, comunque, non si è determinata una situazione emergenziale». Mentre c'è chi fa sapere che, invece, la situazione sull'isola è al collasso.
E Salvini ieri da Riccione ha annunciato di aver ricevuto «l'ennesimo fascicolo.
Devono decidere nei prossimi 90 giorni - ha detto poi - se devo essere processato per il reato di sequestro di persona perché ho bloccato per quattro giorni uno sbarco di 100 immigrati da una nave in Sicilia. Se devo essere processato facciano pure. L'ho fatto e lo rifarò finché campo quando torno a fare il ministro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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