Ti rendi conto che un grillino su due non è in regola coi rendiconti? Sembra un gioco di parole eppure è la realtà che appare chiara e limpida sul sito tanto pubblicizzato dal Movimento 5 Stelle e dal titolo, appunto, www.tirendiconto.it.
Il portale pentastellato ha una grafica semplice e intuitiva. Due colori per indicare chi è in regola nei pagamenti e chi no. Verde: pagato tutto fino all'ultimo centesimo. Bianco: «dimenticata» qualche rata. Ebbene, basta scorrere la lista dei 123 parlamentari pentastellati per accorgersi che 58 di loro non sono in regola con la pubblicazione dei bonifici. Che sono fermi a mesi addietro. Ad essere «sbadati» e fuori controllo ci sono tra gli altri anche diversi big del Movimento, quelli che dovrebbero dare più di tutti l'esempio di onestà. In alcuni casi, il ritardo, se di ritardo si può parlare, è di cinque mesi. «Rendicontazione del mese selezionato in elaborazione»: è la dicitura da supercazzola monicelliana per spiegare quello che appare lapalissiano: l'assenza di bonifico. O la falsificazione della restituzione degli stipendi. Le Iene sul sito hanno pubblicato ieri i primi dieci nomi: Silvia Benedetti; Massimiliano Bernini; Maurizio Buccarella; Elisa Bulgarelli; Andrea Cecconi; Emanuele Cozzolino; Ivan Della Valle; Barbara Lezzi; Carlo Martelli; Giulia Sarti. E se si pensa che otto di questi dieci nomi, almeno sul sito, hanno una posizione apparentemente regolare, si comprende quanto la situazione sia opaca.
Entrando nel dettaglio, si evince che su 88 deputati soltanto 40 deputati hanno pubblicato tutta la rendicontazione fino a dicembre 2017, mentre su 35 senatori solo 25 di questi sono in regola. Che poi in realtà per tutti mancano i bonifici di gennaio 2018, ma, per carità, ci saranno pure dei tempi tecnici e logistici da rispettare e di sicuro i grillini hanno impegni istituzionali più importanti che scannerizzare una distinta di un bonifico e caricarla su un sito.
Tra i nomi dei grillini in difetto spiccano pezzi da novanta. Qualche esempio? L'ultimo bonifico pubblicato dal defilato e girovago Alessandro Di Battista risale al settembre dello scorso anno. Stesso dicasi, solo per citarne alcuni, per i deputati Silvia Chimienti; Vega Colonnese; Massimo Enrico Baroni, Alfonso Bonafede, Daniele Del Grosso e Sergio Battelli. Carlo Sibilia riesce persino a superare Dibba: è fermo ad agosto 2017. La tenace Roberta Lombardi non presenta la rendicontazione da novembre. L'ultima di Davide Tripiedi è risalente ad agosto. Paolo Bernini, quello delle scie chimiche, non presenta prove da novembre: saranno rimasti nell'atmosfera. I colleghi deputati Mirella Liuzzi, Roberto Fico e Riccardo Fraccaro? Piantati a ottobre. Stesso problema per i senatori Vito Crimi, Nicola Morra e Barbara Lezzi. Quest'ultima, tra le altre cose, quando l'inviato de Le Iene ha fatto capolino durante una conferenza era al fianco di Luigi Di Maio e non ha esitato un attimo a dire che ha i conti in regola. Evidentemente aveva fatto male i conti. Il premio per il pentastellato più «smemorato» andrebbe a Silvia Giordano che fino a l'altro ieri non pubblicava bonifici da giugno salvo poi fare, proprio ieri, una piccola correzione pubblicando i bonifici fino ad ottobre. Ma, come se non bastasse, a far sorridere c'è anche il caso del senatore Maurizio Buccarella. Pure lui era al fianco della Lezzi e di Di Maio durante l'incursione dell'inviato de Le Iene e pure lui giurava di essere in regola.
E in effetti, almeno sul sito grillino, la sua rendicontazione risulta tuttora corretta. Eppure, lui è una di quelle «mele marce» che ha ammesso di aver revocato gli ultimi due bonifici del 2017 e che si è autosospeso. Insomma, anche dove tutto sembra roseo, anzi verde, si nasconde l'opacità.
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