Gli amici violenti del Leoncavallo. Petardi e insulti contro Piantedosi

Assalto al Pirellino. L'ira del costruttore Catella: sono incivili

Gli amici violenti del Leoncavallo. Petardi e insulti contro Piantedosi
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La tensione per la manifestazione "Giù le mani dalla città" era alle stelle. Ieri mattina la Questura aveva ribadito il divieto ai manifesanti ad arrivare in piazza Duomo, dove si teneva il Giubileo dei giovani. Alle 18 il corteo entra trionfalmente in piazza Duomo con petardi, fumogeni e fuochi di artificio, tanto per forzare la mano. Così si sprecano gli insulti verso il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che ha fatto eseguire lo sfratto del centro sociale Leoncavallo il 21 agosto. Immediata la solidarietà espressa dalla premier Giorgia Meloni: "Solidarietà agli agenti, andiamo avanti a testa alta per garantire legalità e sicurezza in ogni angolo d'Italia", dal vicepremier e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani e del vicepremier e titolare alle Infrastrutture Matteo Salvini: "Eccoli gli amici di Sala e della sinistra". Che ci fosse preoccupazione per l'arrivo a Milano dei centri sociali da tutta Italia in sostegno dello storico centro sociale Leoncavallo sgomberato lo dimostra la presenza in corteo degli osservatori di Amnesty international arrivati per "monitorare il comportamento delle forze di polizia schierate in una manifestazione con funzioni di ordine pubblico". E in effetti sono stati diversi i momenti di tensione e provocazione verso gli agenti schierati alla testa e alla coda del serpentone, soprattutto nella manifestazione indetta dagli autonomi capeggiati dal centro sociale Cantiere. Momento clou, oltre a fumogeni, lancio di uova e slogan contro la polizia, l'occupazione del Pirellino, il palazzo a cavallo di via Melchiorre Gioia, di proprietà di Coima sgr, finito al centro dell'inchiesta sull' urbanistica per il progetto di riqualificazione. I manifestanti sono entrati nel cantiere del Pirellino e si sono arrampicati sulle impalcature, in mezzo a fumogeni e fuochi d'artificio, per versare vernice rosa sulla facciata e srotolare striscioni "Contro la città dei padroni". Un'azione illegale per protestare contro il ripristino della legalità operato dal Governo con lo sgombero di una realtà abusiva da 31 anni. Il solito corto circuito. E un'azione simbolica che apre diversi scenari, come sottolinea lo stesso ceo di Coima sgr, proprietaria dell'edificio di via Pirelli 39 e degli altri palazzi imbrattati dai manifestanti: "Le manifestazioni violente con azioni illegali e occupazioni abusive da parte dei cortei formati dai centri sociali, con la partecipazione di rappresentanti di espressioni politiche, rappresentano evidentemente la nuova proposta del cosiddetto modello Milano, che interpreta la democrazia urbanistica invocata da alcuni. L'opinione pubblica potrà scegliere se questa è la Milano che vogliamo" la reazione a caldo dell'imprenditore immobiliare Manfredi Catella, ad di Coima. Inni contro Catella, irrompono durante il corteo "Catella, Catella va..." in risposta alla dichiarazione del fondatore di Coima.

"È molto grave e pone una domanda l'invasione odierna di una proprietà privata - dichiara Oriana, presidente di Aspesi - è forse l'indicatore di una deriva pericolosa che vorrebbe contrapporre, nella nostra Milano, l'attività economico-imprenditoriale privata alla socialità, dimenticando la secolare tradizione inclusiva della capitale economica del Paese". "Questo governo risponde con lo Stato di Polizia a qualsiasi forma di dissenso" la chiosa dell'eurodeputata di Avs Ilaria Salis.

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