Anche la Meloni sbarra la porta: "Diremo no a esecutivi nati al Colle"

"Non comprendiamo il tabù di dare l'incarico al centrodestra"

Anche la Meloni sbarra la porta: "Diremo no a esecutivi nati al Colle"

Roma - Al termine delle consultazioni Giorgia Meloni lascia il Quirinale a piedi, nonostante i tacchi alti indossati sotto un pantalone nero e un blazer bianco, parlando con Matteo Salvini, mentre Silvio Berlusconi si allontana in macchina.

Il suo resoconto di una giornata determinante per il futuro governo del Paese, cominciata presto con il vertice del centrodestra a Palazzo Grazioli, la leader di Fratelli d'Italia lo riduce subito in un breve twitte: «Come abbiamo sempre detto: incarico al centrodestra», pubblicato accanto ad una foto che la ritrae con Salvini e Berlusconi dopo l'incontro con il presidente Sergio Mattarella. Più tardi, con un video su Facebook, spiega meglio cosa hanno chiesto al Capo dello Stato. «Non crediamo che in Italia serva un governo di tregua - sostiene - serve un governo di battaglia, un governo che faccia le cose, che risponda ai problemi degli italiani. E io non capisco perché debba essere così difficile in Italia dare un incarico a formare il governo a chi è arrivato prima alle elezioni». Il centrodestra non ha avrà la maggioranza in Parlamento, ma per la Meloni «qualunque altra ipotesi ha una maggioranza inferiore alla nostra e oggi quelli che sono più vicini a trovarla siamo noi di centrodestra».

Nel tardo pomeriggio il discorso di Mattarella spariglia ancora di più le carte, perché il presidente della Repubblica pensa ad un governo neutrale, ma quando lo dice, al termine di una giornata convulsa, facendo appello alla responsabilità dei partiti, la Meloni avverte subito che Fratelli d'Italia «non voterà un governo nato nei laboratori del Quirinale e incapace di dare risposte ai cittadini».

«All'Italia non serve un governo neutrale - ribadisce la Meloni - ma un governo capace di schierarsi con gli italiani. E il presidente Mattarella sa bene che nessun governo è neutrale.

Non ci è francamente chiaro perché il presidente della Repubblica voglia verificare in Aula se un governo di sua emanazione abbia o meno la fiducia del Parlamento ma non abbia voluto verificare se chi ha visto le elezioni riuscisse a trovare quella stessa fiducia nelle Camere. Questo tabù di dare l'incarico al centrodestra è per noi incomprensibile e non condivisibile».

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