Anche Minniti dà la scossa a Bruxelles «L'accoglienza dell'Italia ha un limite»

Il ministro: «Servono più risorse, in ballo la nostra democrazia»

Anche Minniti dà la scossa a Bruxelles «L'accoglienza dell'Italia ha un limite»

Roma «C'è una sproporzione tra le risorse Ue investite per i migranti nel Mediterraneo e quelle date alla Turchia», così ieri il ministro dell'Interno Marco Minniti durante l'informativa prima alla Camera e poi al Senato, sull'emergenza sbarchi. Un'emergenza su cui, dice Minniti, «non si gioca solo una partita di consenso di breve periodo, ma un pezzo di futuro della nostra democrazia». La crisi è tutta nei numeri snocciolati dal titolare del Viminale: «Per il contrasto all'immigrazione illegale sulla rotta del Mediterraneo centrale l'Ue ha messo sul tavolo 153 milioni per il 2017 e l'impegno per il 2018 per altri 200, non basta». Quello che servirebbe, «è l'impegno diretto dei singoli paesi», questo l'avvertimento lanciato da Minniti all'Europa. Lo snodo centrale dell'emergenza resta sempre la Libia: «Il 94% delle persone salvate vengono dalla Libia, ma non c'è un libico, lì va affrontato il problema». E viene annunciata per i prossimi giorni una riunione a Tripoli con i sindaci libici. Infatti, gli immigrati provengono in maggioranza dai paesi dell'Africa subsahariana, occidentale e del Corno d'Africa, Nigeria in testa con il 22% dei richiedenti asilo.

Secondo i dati diffusi dall'Easo, l'Agenzia europea per l'asilo, nel 2016 la rotta del Mediterraneo centrale è stata la più battuta. L'Italia ha ricevuto quasi 123mila domande di asilo, pari a un aumento del +47% rispetto al 2015. Le richieste totali in tutta l'Unione Europea, invece, sono state 1,3 milioni. Una serie di numeri che «ha reso il Mediterraneo centrale la principale rotta d'accesso per i migranti africani verso l'Ue, con l'Italia come principale punto d'ingresso». E, secondo un report dell'ISPI, nel 2017 la situazione è ancora più grave: «Nel primo semestre di quest'anno c'è stato un ulteriore incremento degli arrivi di circa il 15% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso», afferma l'istituto. In questo clima, si inserisce il vertice tra i ministri dell'Interno dell'Ue, previsto per oggi a Tallinn, capitale dell'Estonia.

Un appuntamento preparato a lungo da Minniti e Gentiloni, con la «speranza che sia una svolta nelle politiche europee sull'immigrazione». Un cambio di marcia, evocato a parole, dal ministro dell'Interno durante l'informativa al Parlamento: «Nei primi sei mesi di quest'anno i salvataggi nel Mediterraneo centrale sono stati fatti per il 34% dalle Ong, il 28% dalla Guardia costiera italiana, il 9% dalla missione Sophia, l'11% dalla missione Frontex e il 7% da singoli mercantili. Le navi delle ong che operano nel Mediterraneo devono coordinarsi con la polizia giudiziaria».

E poi l'attacco: «Separare la salvezza in mare dalla terra che accoglie rischia di apparire una gigantesca ipocrisia». E ancora, chiarissimo e duro: «L'accoglienza ha un limite nella capacità di integrazione, un limite a mio avviso non valicabile».

Con buona pace della presidente Boldrini, che durante il dibattito alla Camera, con malcelata stizza, ha continuato a richiamare gli esponenti del centrodestra al rispetto dei tempi: «Il tempo a disposizione è finito». Sì, ma per davvero.

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