Ha mietuto altre due vittime il nubifragio di Livorno di sabato notte. I soccorritori hanno trovato il corpo senza vita dell'ultimo dei dispersi, Gianfranco Tampucci, di 67 anni, in via Garzelli, nel giardino dell'edificio che ospita la sede della polizia provinciale: era coperto di fango e detriti, così come la settima vittima rinvenuta il giorno prima nella zona dei Tre Ponti, Martina Bechini. Tragedia nella tragedia, invece, il suicidio di un anziano tra i 75 e gli 80 anni, che nelle prime ore di ieri si è tolto la vita sparandosi mentre si trovava in casa con la moglie. L'uomo viveva in una delle zone di Livorno più colpite dall'ondata di fango, e anche la sua abitazione ha subito alcuni danni. È stata la moglie ad accorgersi del gesto: sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia e i soccorritori, ma per l'uomo non c'era più nulla da fare. Il corpo è stato rinvenuto appoggiato su una sedia dello studio. Accanto a lui un biglietto, datato 10 settembre, col quale spiega il gesto. Nel biglietto di addio, in particolare, l'uomo dà un abbraccio alla moglie e al figlio, e richiede la cremazione. Se anche non venisse confermato lo sciacallaggio dell'abitazione raccontato dai vicini di casa ma smentito dalla polizia, il disastro che ha coinvolto la sua abitazione dell'anziano è stato con ogni probabilità l'ultimo colpo per l'anziano.
Il tragico conto segna adesso otto persone, che salgono a nove considerando nell'elenco anche il 22enne Matteo Nigiotti, rimasto coinvolto in uno scontro frontale sulla via Emilia proprio durante il temporale. La ricerca dell'ultima persona dispersa nel quartiere di Montenero era iniziata domenica mattina, ed era ripresa all'alba di ieri nonostante il forte vento di libeccio che ha messo in difficoltà le operazioni.
Adesso che tutte le persone che hanno perso la vita sono state recuperate, comunque, Livorno può concentrarsi sul lento ritorno alla normalità. La situazione resta difficile soprattutto nei tre quartieri più a sud (Ardenza, Montenero e Collinaia): i danni sono ancora difficili da quantificare, e nel corso dell'ultimo briefing tra il prefetto Anna Maria Manzone e il sindaco Filippo Nogarin non sono emerse stime attendibili. Più semplice il conto degli sfollati, che stando ai dati della protezione civile - sarebbero almeno 40, ospitate temporaneamente nelle strutture alberghiere della zona. A loro, così come alla popolazione in difficoltà e ai volontari che da tre giorni lavorando senza sosta per ripulire strade e abitazioni (inclusi 40 richiedenti asilo del progetto Sprar dell'Arci locale), vengono forniti ogni giorno circa 200 pasti caldi.
E mentre l'iter per la proclamazione dello stato di emergenza segue i suoi passi, con il governatore Enrico Rossi che lunedì sera ha firmato la richiesta al Consiglio dei ministri, a Livorno si inizia a pensare alle esequie: i primi funerali di alcune delle vittime del nubifragio dovrebbero svolgersi oggi in forma privata.
La procura ha infatti dato il nulla osta per mettere a disposizione della famiglia i corpi dei coniugi Simone Ramacciotti e Glenda Garzelli, 37 e 35 anni, del loro figlio Filippo di 4 anni e del nonno Roberto Ramacciotti, 65 anni. Restituite alle rispettive famiglie anche le salme di Roberto Vetusti (74 anni) e Raimondo Frattali, 70 anni. Le ultime due vittime recuperate, invece, sono ancora a disposizione del medico legale per l'autopsia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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