Ancora una classe in gita per vedere Expo, ancora un ragazzo morto precipitando da un hotel. Quanto successo a Elia Barbetti, 17 anni, ricorda la morte di Domenico Maurantonio, 19 anni, anche lui in gita di classe a Milano per visitare l'esposizione di Rho e deceduto a maggio cadendo da una stanza d'albergo. Il corpo di Elia, una passione per il calcio e per l'Inter, lo ha scoperto una guardia giurata dell'istituto di vigilanza privata Ivri alle cinque del mattino.
Secondo gli inquirenti si tratterebbe di una tragedia legata all'uso eccessivo di stupefacenti. Nella notte il ragazzo avrebbe aperto la finestra del sesto piano dell'Hotel Camplus Living Turro in via Stamira D'Ancona probabilmente per riprendersi dalla notte di eccessi: nella stanza che occupava insieme a tre compagni di classe, ancora a letto quando al mattino è arrivata la polizia, sono stati trovati sia marijuana che alcol. Nessuno dei ragazzi ha detto di ricordare qualcosa o di aver avuto sentore di quanto stava per succedere. Anzi sono certi di essere andati a dormire chiudendo sia la finestra che la tapparella. Al mattino però era aperta.
Il pm incaricato Piero Basilone, che indaga con Alberto Nobili, non sta seguendo altre piste per spiegare come sia avvenuta la tragedia se non quella dell'incidente. Circa alle 3 di notte Elia, alto un metro e ottanta, sarebbe caduto in seguito a un malore oltre il bordo da 109 centimetri della finestra. Le contusioni rinvenute sul suo corpo sarebbero dovute al colpo ricevuto sbattendo sul muro che divide l'albergo da un edifico inutilizzato ex sede della Telecom. Lo studente originario di San Vincenzo frequentava il liceo Enrico Fermi di Cecina, in provincia di Livorno, ed era arrivato mercoledì sera con la sua classe e altre due.
Eros, Sara e Rebecca, rispettivamente padre, madre e sorella del giovane stanno già ricevendo la solidarietà e l'affetto di amici e conoscenti che su Facebook lasciano i loro ricordi di una persona eccezionale: «Ricordo le parole di tuo padre - scrive Monica - che guardandoti ti disse: è così che lo volevo». «Voglio che tu mi rimanga in mente con l'immagine di quel ragazzo che mi ripeteva filosofia in navetta due giorni fa – commenta Francesca - con quel sorriso che come il mio veniva chiamato "a castorino" e ci ridevamo su insieme». «Ti ho dato pattoni, ti ho ammonito, ti ho espulso, ti ho dato squalifiche, ho scherzato e riso con te – dice Marco -. Mi mancherai e spero che tu faccia tanti goals nel campo del cielo».
Anche Samuele Lippi, sindaco di Cecina ha espresso il suo dolore: «Siamo sconvolti, questi sono eventi tragici che segnano una comunità. La gita era un momento di gioia trasformato in tragedia e niente che poteva far presagire questo terribile epilogo». Mentre il dolore attanaglia parenti e amici, si aspettano le analisi sul corpo del ragazzo per avere la conferma delle ipotesi investigative.
di Michelangelo Bon essa
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