A più di una settimana dalle elezioni presidenziali, lo scenario negli Stati Uniti appare tutt'altro che chiaro. Mentre Biden ha annunciato la propria vittoria, così come i principali canali di informazione, Trump non sembra intenzionato a riconoscere l'elezione del suo avversario e vuole percorrere la strada giudiziaria per dimostrare l'esistenza di brogli negli swing states. Per meglio comprendere la situazione americana abbiamo intervistato Gladden Pappin, professore all'Università di Dallas e cofondatore della prestigiosa rivista American Affairs.
Se la vittoria di Biden dovesse essere confermata, cosa dobbiamo aspettarci dalla sua presidenza?
«Se la vittoria di Biden verrà confermata e se i repubblicani vinceranno i due seggi del Senato al ballottaggio in Georgia, allora il Senato potrà bloccare le principali iniziative democratiche che richiedono l'approvazione del Congresso. Biden sarebbe in parte limitato nelle sue principali nomine da un Senato repubblicano e i democratici non sarebbero in grado di approvare importanti cambiamenti costituzionali come la nomina di nuovi giudici della Corte Suprema. Il presidente, invece, controlla il vasto apparato amministrativo del potere esecutivo e, nonostante Biden non fosse il candidato dell'ala più a sinistra del Partito Democratico, in questi mesi i dem hanno mostrato poco successo nell'evitare la radicalizzazione del partito in termini di politica dell'identità, attivismo Lgbt, temi green».
Può parlarci della figura di Kamala Harris? In Italia i media mainstream la descrivono in modo molto positivo, è così? Oppure è una figura pericolosa per i conservatori?
«È una figura molto strana e inquietante. Non ha mai ricevuto più del 2% di sostegno in nessun sondaggio dei Democratici durante le primarie e, come Biden, è il segno che qualcosa di misterioso è accaduto nel 2020. Le sue visioni politiche sono vicine all'estrema sinistra e dà l'impressione di essere un politico senza scrupoli, disposto a far rispettare l'agenda liberal con il pugno di ferro dietro le quinte ma sorridendo davanti alle telecamere. Data l'età avanzata di Biden, sembra probabile che Kamala Harris sarà la figura attraverso la quale l'agenda dell'establishment di sinistra si imporrà nell'amministrazione».
Trump ha annunciato una battaglia legale e denunciato brogli. La sua vittoria è ancora possibile?
«Le elezioni hanno rivelato lo straordinario potere delle classi corporate/media/Big Tech nel plasmare l'opinione pubblica. Hanno approfittato della pandemia per incrementare enormemente l'utilizzo delle schede via posta che aumentano il rischio di frode. A parte le numerose segnalazioni di frodi, ci sono prove statisticamente significative di anomalie nel conteggio dei voti in Wisconsin, Michigan e Georgia, dove il totale dei voti di Biden ha avuto grandi e improvvisi balzi nella tarda notte delle elezioni, è perciò essenziale che il governo degli Stati Uniti indaghi. Mentre i media statunitensi definiscono ogni richiesta di chiarimento teorie del complotto, ci sono diversi scenari che potrebbero essere positivi per Trump, incluso l'annullamento dei risultati negli stati contesi o di gruppi di schede illegittime. La sfida è ardua anche perché, se le elezioni venissero ribaltate, la sinistra radicale tenterebbe letteralmente di distruggere le grandi città».
Quale sarà il futuro del Partito repubblicano? È possibile che Ivanka Trump sia il prossimo candidato nel 2024? O Mike Pompeo?
«Il compito del Partito Repubblicano è diventare la voce di un conservatorismo sociale, delle varie etnie, della classe operaia rimasta, contro le pressioni dei media, al fianco di Trump negli ultimi quattro anni.
Diversi senatori repubblicani, soprattutto Marco Rubio (Florida) e Josh Hawley (Missouri), nonché personalità televisive come Tucker Carlson di Fox News, hanno abbracciato la nuova direzione del conservatorismo sociale. Una visione conservatrice di successo dovrebbe garantire il bene comune con una forte politica industriale e per le famiglie».
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