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Gli "antifascisti" dell'alluvione contestano la premier ma i comitati li sconfessano: "Mantenuti gli impegni"

A Bologna e Forlì studenti, sindacalisti e militanti di Potere al Popolo sono scesi in piazza con il pretesto di ritardi da parte del governo: "Meloni non sei la benvenuta". E hanno pure manifestato a favore della Palestina

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Dopo gli antifascisti militanti, ci mancavano anche gli antifascisti dell'alluvione. La visita di Giorgia Meloni a Bologna e l'incontro della premier con il presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen a Forlì, oltre ad aver riscontrato il plauso della maggioranza dei cittadini romagnoli per l'attenzione riservata al territorio dopo l'alluvione, ha registrato la protesta della solita minoranza ideologizzata.

Già al suo arrivo nella mattinata a Bologna, un gruppo di studenti e contestatori ha accolto fuori dalla sede della regione Emilia Romagna il Presidente del Consiglio con alcuni striscioni: «Meloni basta passerelle, via il governo di fascisti, guerre e devastazione ambientale» e «Meloni non sei la benvenuta, soldi alla scuola e non alla guerra». Cosa c'entri il fascismo con l'alluvione in Romagna è un mistero ma la protesta sull'utilizzo delle risorse in una giornata in cui viene annunciato uno stanziamento di centinaia di milioni di euro per i danni dell'alluvione e per la messa in sicurezza del territorio è abbastanza surreale. O meglio, lo sarebbe se non fosse che il sit in bolognese è stato organizzato dai militanti di Potere al popolo e di altri collettivi.

A Forlì invece in Piazza Saffi fuori dal Municipio ad attendere Giorgia Meloni e Ursula Von der Leyen si sono radunate circa duecento persone tra cui il gruppo «Appello per l'Appennino Romagnolo», Anpi, Cgil, Legambiente e Fridays for Future. Per non farsi mancare niente, erano presenti anche alcuni manifestanti pro Palestina che hanno esibito un cartello con scritto «Palestina libera» e uno striscione contro Israele.

D'altro canto non è una novità il tentativo di alcune realtà di ideologizzare le proteste per l'alluvione in chiave anti governo. Già lo scorso 14 ottobre era stata organizzata una «Manifestazione generale delle terre alluvionate» a Forlì promossa da Cgil, Arci, Anpi, Libera. Antifascisti e ambientalisti radicali, in prima linea per accusare l'esecutivo, non hanno invece speso una parola per ricordare la responsabilità di chi ha amministrato per decenni i territori colpiti dall'alluvione.

Il fatto che si trattasse di una protesta a tutti gli effetti ideologica (peraltro dopo pochi minuti dall'arrivo della premier la piazza si è pressoché svuotata) è testimoniato dall'incontro tra i comitati degli alluvionati con Giorgia Meloni.

Come spiega il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Galeazzo Bignami che è stato presente durante tutta la giornata di ieri: «è stato un giorno importante anche grazie a un prezioso confronto con i comitati che hanno espresso gratitudine per l'attenzione del governo. Anche Bonaccini ha riconosciuto che stiamo mantenendo gli impegni portando risposte concrete». Commentando le manifestazioni di protesta, Bignami ha sottolineato come «il fatto che i comitati alluvionati abbiano preso le distanze dalle proteste ribadendo l'importanza del dialogo con il governo è già di per sé emblematico».

Ancora una volta collettivi, sindacalisti rossi, antifa, eco-vandali, hanno perso l'occasione di celebrare una giornata importante per il territorio anteponendo gli interessi ideologici a quelli della Romagna.

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