S ì ai droni, no agli spioni. Dunque il naso del governo resterà ancora fuori dalle nostre mail. Matteo Renzi infatti, spiegano da Palazzo Chigi, «ha chiesto e ottenuto» lo stralcio dalla legge antiterrorismo di quel passaggio che consente di frugare nei computer dei cittadini. Palmari, tablet, pc portatili, cellulari, posta elettronica: con la scusa dell'Isis il testo preparato da Angelino Alfano autorizzava servizi segreti e forze dell'ordine ad introdursi ovunque, ma adesso questa parte del provvedimento, che «tocca temi sensibili, diritti e privacy», verrà discussa insieme alla legge sulle intercettazioni.
Da Bruxelles applaudono. «Bravo Renzi per aver bloccato misure antiterrorismo intrusive. È necessario garantire che le misure di sicurezza rispettino diritti umani, su certe cose ci vuole cautela», scrive su Twitter il commissario Nils Muiznieks. Il ministro dell'Interno invece si deve adeguare. Solo poche ore prima a Radio Anch'io annunciava la linea dura: «Abbiamo previsto la possibilità da parte dell'autorità giudiziaria di accedere e spegnere i siti web attraverso i quali si veicola un messaggio di radicalizzazione violento, perché i social sono utilizzati dai terroristi per il reclutamento». Ora approva la svolta: «Vogliamo accelerare sul ddl intercettazioni che è stato approvato dal Consiglio dei ministri e in quella sede trattare il tema delle intercettazioni telematiche che abbiamo stralciato».
Ma sul punto non cede, non ancora almeno. «Visto che ci sono questi scambi informatici tra terroristi, occorre aumentare la penetrazione». Ed è «curioso», insiste, «il comportamento di alcuni, che erano assolutamente interessati a frugare nelle vite altrui, anche quando si trattava di gossip, e ora diventano tutori della privacy quando si devono fermare i terroristi». Alfano ce l'ha con i giornali «manettari» e amanti delle intercettazioni, come Repubblica . O come il Fatto , abituale fruitore dei verbali e delle registrazioni, che ieri apriva la prima con questo titolo: «Ci frugano le mail con la scusa dell'Isis». E a pagina tre: «Il Patriot Angelino Act uccide la privacy digitale. Hanno istituito la legge marziale».
Antonello Soro, presidente dell'autorità garante della riservatezza, esprime «apprezzamento» per le modifiche decise da Palazzo Chigi. Una posizione che Elvira Savino, Forza Italia, considera «paradossale». «È un garante a giorni alterni. Si interessa di privacy quando si discute di lotta al terrorismo, ma non sente il dovere di tutelare quella dei cittadini quando i loro nomi vengono screditati e denigrati sui giornali in seguito alla pubblicazione di intercettazioni che non hanno magari alcuna rilevanza ma che servono solo a infangare».
Certo, con i venti che tirano, difficile mantenere l'equilibrio. «Rimane confermata - spiega il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico - la volontà del governo su un rafforzamento delle misure di prevenzione e contrasto al terrorismo, oggi più che mai urgenti e necessarie, ma si ritiene che tale norma debba essere trattata nell'ambito del provvedimento sulle intercettazioni telefoniche. Abbiamo la necessità di contemperare le esigenze di sicurezza nella lotta al terrorismo con quelle di tutela della privacy, per questo motivo è utile approfondire la riflessione sulla intercettazioni telematiche da remoto».
Con questa legge l'Italia diventerebbe infatti il primo Paese europeo a rendere legale in maniera esplicita e in via generalizzata l'autorizzazione alle remote computer searches e all'utilizzo di software occulti da parte dello Stato per indagare tutti i reati «commessi mediante l'impiego di tecnologie informatiche o telematiche».
E siccome serve «maggiore riflessione», per la lotta all'Isis - che nel testo viene chiamato Daesh (acronimo della denominazione in arabo di «Stato Islamico dell'Iraq e del Levante»), che loro considerano un termine dispregiativo - ci accontenteremo del sorvolo dei droni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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