Roma - Declinare la flat tax sulle esigenze delle famiglie e dei lavoratori autonomi. Gestire con serietà il problema dei migranti. Impegnarsi per la riforma dei trattati europei. Il tutto senza cedere ai populismi. Questo, in sintesi, il programma di Noi con l'Italia-Udc come declinato dal leader Raffaele Fitto.
Onorevole Fitto quali sono le priorità programmatiche di Noi con l'Italia-Udc?
«Abbiamo due obiettivi. Il primo è ampliare la coalizione di centrodestra ancorandola a posizioni moderate. In questo modo potremo garantire che la probabile vittoria politica, testimoniata dai recenti sondaggi, dia luogo a un governo stabile e di centrodestra. In secondo luogo, Noi con l'Italia-Udc vuole rafforzare il profilo liberale della coalizione di cui abbiamo sottoscritto il programma, concentrandoci soprattutto sui tema della famiglia, della salvaguardia del ceto medio e delle partite Iva e proponendo azioni mirate. Più soluzioni e meno slogan».
A proposito di famiglia, voi insistete molto sul quoziente familiare.
«Anche all'interno della flat tax si può realizzare un'azione mirata facendo salire da 8mila a 12mila la no tax area e implementando deduzioni e detrazioni per le famiglie numerose e per gli autonomi. Il tutto con un'aliquota al 23% fino a 55mila euro di reddito. La proposta di un'aliquota unica al 15%, invece, non sarebbe sostenibile. Noi vogliamo costruire politiche mirate alla centralità della famiglia e al sostegno della natalità come elementi decisivi».
Qual è la vostra proposta sul tema immigrazione?
«La gestione dell'emergenza immigrati è stata uno dei più grandi fallimenti del centrosinistra, dal non farsi rispettare in Europa alla mancanza di rapporti con i Paesi di provenienza. Inoltre non si è operata nessuna distinzione tra migranti economici, che non hanno titolo per essere accolti, e i rifugiati. Su questo tema il centrodestra può mettere in campo soluzioni serie ed efficaci. Ci sono, però, alcuni punti fermi e indiscutibili. Con Casapound non parliamo né prima né durante né dopo le elezioni. Riteniamo che la coalizione di centrodestra debba avere ancoraggio chiaro nell'area moderata. È legittimo che Salvini ponga la sua candidatura, ma siamo convinti che la premiership debba esser di un profilo differente dell'area di centrodestra».
Il Mezzogiorno, dove siete ben radicati, sarà decisivo per la vittoria elettorale. Cosa farete per il Sud?
«Quando si parla di voto utile il tema è proprio questo: o vince un governo di centrodestra che è anche governo del Mezzogiorno oppure c'è l'ingovernabilità. Ce la mettiamo tutto, ma ricordo che siamo presenti in tutto il Paese e anche a Milano e a Torino i nostri incontri hanno riscontrato una grande partecipazione».
Lei è parlamentare europeo. Come vi porrete nei rapporti con l'Ue?
«Il centrodestra ha trovato una sintesi abbandonando gli slogan tipo Usciamo dall'Ue e Usciamo dall'euro.
Siamo in Europa per cambiarla e su questo lavoreremo. Inutile evocare un improbabile piano B: abbiamo un enorme debito pubblico, il risparmio delle famiglie è il nostro punto di forza, perciò l'Italexit sarebbe sbagliata e irresponsabile».
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