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Appendino furbetta: non mi ricandido

La sindaca di Torino si sfila nel 2021 tra condanne e patti con il Pd

Appendino furbetta: non mi ricandido

Se a Roma il patto tra il M5s e il Pd appare irrealizzabile, almeno fino a quando Virginia Raggi rimarrà in campo, a Torino Chiara Appendino apre uno spiraglio per quell'«alleanza programmatica» evocata dall'ex capo politico Luigi Di Maio negli scorsi giorni. Come ampiamente prevedibile, Appendino decide di togliere il disturbo e, di conseguenza, agevola l'apertura di un tavolo con i dem nel capoluogo piemontese. L'annuncio un po' furbetto arriva nel primo pomeriggio con una conferenza stampa e un video su Facebook. «Poco fa ho comunicato alla mia maggioranza, alla mia giunta, la scelta di non candidarmi alle elezioni del 2021». Sulla decisione pesa soprattutto la condanna in primo grado per falso in atto pubblico nel processo Ream. «Quella sentenza per me ha posto una questione di coerenza, che è diventata di coerenza, mi sono presa qualche giorno per riflettere». Poi l'ufficializzazione di una scelta che Appendino definisce «dolorosa». E un'altra espressione è sicuramente rivelatrice. Quel «passo di lato» di cui parla il sindaco di Torino. Come se non bissare la candidatura equivalesse in qualche modo a lasciare aperto un varco per una coalizione giallorossa sotto a Mole. E si fanno già alcuni nomi civici che potrebbero unire i grillini e il centrosinistra. In pole position il rettore del Politecnico Guido Saracco, vicino al Pd.

Un passo di lato che potrebbe permettere alla coalizione di governo di non forzare la mano su Roma, dove pure si voterà l'anno prossimo. Con Virginia Raggi che ha incontrato Paola Taverna e Alessandro Di Battista per blindare la sua candidatura con il M5s. Di Maio che aveva detto di «non fossilizzarsi» sui singoli, si è dovuto ricredere. E ha fatto sapere di non aver mai messo in discussione il suo sostegno incondizionato alla Raggi. L'ex capo politico, allo stesso tempo, sa bene che sarebbe automatica la convergenza tra stellati e democratici al ballottaggio. La strategia nella Capitale, insomma, è il classico «marciare divisi per colpire uniti». Però la rinuncia di Appendino dà fiato alle trombe di quelli che nel M5s si oppongono al bis di Raggi. In prima fila la capogruppo in Regione Lazio Roberta Lombardi. Che, in riferimento alle parole di Di Battista, dice: «Raggi "non negoziabile"? Direi ineluttabile come Thanos», spiega all'AdnKronos citando il cattivo della saga degli Avengers. Per Lombardi aver ufficializzato subito il nome della Raggi è una forzatura. E si fa strada l'ipotesi di un passaggio su Rousseau per apporre il sigillo sulla ricandidatura del sindaco uscente.

E quale futuro per Appendino? Il sindaco è un candidato naturale per ricoprire un ruolo all'interno dell'organismo collegiale che dovrebbe guidare il M5s. Molto apprezzata da Di Maio, ancora in buoni rapporti con Davide Casaleggio, Crimi parla di lei come di una «risorsa» per il futuro. Tutto ciò nonostante gli ultimi anni siano stati abbastanza difficili per Appendino. Tra inchieste che hanno coinvolto i suoi più stretti collaboratori, tensioni in maggioranza, rimpasti in giunta. Scenario non troppo dissimile da Roma.

E Chiara a differenza di Virginia ha scelto il passo di lato.

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