Arrestato lo stupratore: un ucraino alcolizzato finto profugo politico

Domenica la violenza nel parco alle 8 di sera La vittima l'ha riconosciuto dalla maglietta

Arrestato lo stupratore: un ucraino alcolizzato finto profugo politico

Lo stupratore è un ucraino di 26 anni, richiedente asilo politico. In realtà dell'«asilo» non gli interessa nulla. Lo hanno arrestato ieri, a tempo di record, i poliziotti di Reggio Emilia dopo che due sere fa aveva violentato una studentessa di 24 anni in un parco pubblico cittadino. Il presunto (che però sarebbe stato riconosciuto dalla vittima) autore dell'aggressione risulta in Italia con lo status di aspirante «profugo di guerra».

Già, la «guerra»: alibi perfetto per tanti delinquente stranieri che cercano - e trovano - ospitalità sul nostro territorio. La stessa manovra tentata dall'ucraino fermato a Reggio Emilia: un balordo rimasto senza lavoro (licenziato perché sempre ubriaco) che viveva di espedienti; gli agenti sono andati a prenderlo nella baracca dove si era rifugiato dopo la sua «impresa» al parco. Un agguato che ha rovinato la vita di una ragazza che è ancora sotto choc e fisicamente provata per la brutalità con cui è stata sopraffatta.

Otto di sera, la giovane era uscita di casa per fare una passeggiata. Il parco, a quell'ora, era ancora affollato. Un luogo tranquillo. Apparentemente sicuro. Invece il 26enne era nascosto dietro una siepe in attesa della preda. Quando la studentessa è stata a pochi centimetri da lui, l'ucraino l'ha colpita selvaggiamente. Poi lo stupro. Nessun testimone.

La giovane, sanguinante, è tornata subito a casa. I genitori hanno chiamato la polizia e subito è scatta la caccia all'uomo. Trentasei ore dopo, il responsabile era in manette. Tradito dalla maglietta che indossava durante la violenza, la stessa t-shirt che aveva anche quando i poliziotti l'hanno arrestato. Nell'era dei social la notizia non poteva che essere ufficializzata con un tweet dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini: «Ragazza violentata domenica a Reggio Emilia, arrestato un richiedente asilo ucraino di 26 anni. Complimenti alla Polizia di Stato». Poi una stoccata politica: «Per la sinistra la nostra linea sarebbe "troppo dura". Sbagliato, inaspriremo leggi troppo deboli: via dall'Italia i clandestini delinquenti, via ogni forma di protezione a chi si macchia di questi reati schifosi!».

Il dramma che qualsiasi donna non vorrebbe mai vivere è avvenuto domenica sera alle 8 e mezza in via Petit Bon, nella prima periferia della città emiliana. L'uomo ha aggredito la ragazza alle spalle, mentre stava facendo una passeggiata vicino a casa. L'ha trascinata in un cespuglio e ha abusato di lei, picchiandola selvaggiamente mentre la giovane cercava di opporre resistenza e gridava. Poi è scappato, facendo perdere le sue tracce nel buio. La 24enne reggiana, ferita e sotto choc, ha trovato le forze per rialzarsi, chiedere aiuto e raccontare ai poliziotti quanto le è accaduto. Una tragedia che ha sconvolto l'intera città.

«Un ucraino richiedente asilo in attesa dello stato di profugo.

Certamente si tratta di una personalità disturbata, tanto che in parte viveva presso amici e parenti e in parte per strada, anche nelle vicinanze dove è avvenuto lo stupro», questo il ritratto dell'arrestato fatto dal questore di Reggio Emilia. Un identikit inquietante. E purtroppo ben riferibile anche a quei troppi stranieri per i quali l'Italia rappresenta il Bel Paese. Dell'impunità.

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