Dopo 10 giorni di una seduta terminata solo ieri, il cda di Alitalia ha partorito una soluzione d'emergenza per dare ossigeno alla compagnia. Le principali banche azioniste e creditrici, Unicredit e Intesa Sanpaolo, hanno deciso di riaprire i rubinetti del credito e di far accedere Alitalia a linee di finanziamento per circa 200 milioni di euro. Questo consentirà alla compagnia di avviare un'energica azione di riduzione di costi, che deve passare dalla rinegoziazione dei contratti di fornitura e da una riduzione del personale. Il tempo concesso è di 60 giorni: a fine febbraio, se tutto andrà come sperato, gli azionisti metteranno mano al portafogli versando a quel punto la parte più cospicua di capitali. Oggi il fabbisogno è stimato in circa 600 milioni, quindi tra due mesi si auspica che ne arrivino all'incirca altri 400. Della partita dovrebbe essere anche Generali, oggi titolare di obbligazioni per 300 milioni e disponibile a far parte della rete di salvataggio-rilancio. La giornata è stata febbrile e in mattinata alcune agenzie di stampa hanno lanciato la notizia delle dimissioni di James Hogan dal suo ruolo di numero uno di Etihad; le notizie, rese verosimili dal momento di difficoltà del manager australiano, non hanno tuttavia trovato né conferme né smentite ufficiali.
Trovato l'accordo, il piano industriale vero e proprio slitta a gennaio; importante sarà il confronto con i sindacati. Indicativamente Alitalia dovrà ridurre il suo personale, oggi circa 12.500 dipendenti, di 1.600-2.000 unità, tra esuberi ed esternalizzazioni. Il contratto di lavoro è già stato disdetto dalle parti, e si tratterà cercando di ottenere un compromesso tra flessibilità e tagli.
Per ridurre i costi, il confronto sarà serrato con le società di leasing degli aerei (oggi Alitalia paga i canoni un 10-15% più del mercato), con i distributori, con i fornitori di prodotti e di servizi. I prossimi due mesi saranno dunque cruciali, e saranno il presupposto per il consolidamento economico e il rilancio della compagnia. Ma all'ingresso di Etihad la compagnia era stata ripulita dai debiti e gran parte delle forniture ridiscusse; come mai dopo due anni siamo a questo punto?
Per aumentare i ricavi, il piano elaborato dall'ad Cramer Ball, sostenuto dagli azionisti, prevede che nei prossimi 5 anni aumenti gradualmente la flotta di lungo raggio, mentre il breve e medio cambierà modello di business. Si calcola che rispetto ad Alitalia i costi di Ryanair siano del 50% inferiori, del 30-40% quelli di Easyjet; a proposito di produttività, l'intervallo in aeroporto necessario per preparare l'aereo tra un volo e l'altro di Alitalia è di un'ora, quello di Ryanair è di 25 minuti. Poi, le spese voluttuarie a bordo: 6 euro a passeggero la media di Alitalia, 20 quella delle compagnie più aggressive. Il piano prevede la riduzione della flotta di breve/medio, con la chiusura dei collegamenti in perdita, mantenendo l'attività di feederaggio per riempire gli aerei intercontinentali e una più massiccia presenza sui voli verso il Nord America: ma andrà ridiscussa l'alleanza con Air France, Klm e Delta.
Nell'ultima fase, il governo ha fatto sentire la propria
presenza soprattutto in termini di moral suasion. Ieri il ministro delle Infrastrutture Del Rio e quello della Attività produttive Calenda hanno sottolineato l'impegno dell'esecutivo per un'azienda così importante per il Paese.
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