«Gli emendamenti al disegno di legge di Bilancio che prevedono la tassa unica sulla casa - sostitutiva delle attuali Imu e Tasi - nascondono un aumento di tassazione». È quanto ha segnalato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ricordando che l'associazione dei proprietari di immobili «ha segnalato la circostanza più di una settimana fa, sia pubblicamente sia direttamente ai deputati della maggioranza che li hanno firmati».
Il problema è che l'emendamento compare tra i «segnalati» dalla maggioranza e soprattutto porta la firma del vicepresidente leghista della commissione Finanze della Camera, Alberto Gusmeroli. Il limite delle aliquote Imu-Tasi è fissato dal ministero dell'Economia al 10,6 per mille anche se ogni singolo Comune ha ampi margini di manovra e circa uno su 7 ha la possibilità di aumentare l'Imu di uno 0,4 per mille come retaggio di precedenti concessioni in vigore fino al 2014 e successivamente confermate. Il consueto emendamento «sponsorizzato» dall'Anci prevede, infatti, l'imposta unica con soglia massima fino all'11 per mille in modo da salvaguardare le città con le aliquote maggiorate, tra le quali Roma. Un'analoga proposta di modifica del piddino Fragomeli, invece, fermava la soglia al 10,6 per mille con possibilità di aumento di uno 0,4 per i Comuni con il «vizio» delle tasse.
La particolarità dell'emendamento Gusmeroli è la soglia dell'11,4 per mille, più elevata di quelle in corso e soprattutto senza clausole di salvaguardia. Una circostanza che consentirebbe a ogni sindaco di aumentare deliberatamente il prelievo. «È impensabile un ulteriore incremento», ha tuonato Spaziani Testa aggiungendo che «inoltre deve essere considerato l'incremento che i proprietari avrebbero attraverso l'eliminazione della quota di Tasi a carico degli occupanti, come nel caso dei conduttori in caso di locazione». La tassazione sugli immobili, ha concluso il numero uno dell'associazione, «è giunta alla cifra monstre di 50 miliardi l'anno, con danni all'intera economia che continuano a manifestarsi e deve essere ridotta, altro che aumentata».
La misura avrebbe anche un intento di per sé non criticabile: eliminare il caos delle aliquote uniformando il prelievo in tutta Italia, magari anche con l'introduzione di modelli F24 precompilati per ciascun contribuente. Allo stesso modo, si prevede la predisposizione di griglie per distinguere tra immobili liberi, affittati o concessi in comodato gratuito. Alle aziende sarebbero riservate aliquote differente a seconda della destinazione d'uso. Come spesso accade, però, dietro una semplificazione si nasconde un incremento del prelievo che, in questo caso, sarebbe parzialmente destinato a raddoppiare la percentuale di deducibilità dell'Imu dall'Irap per le aziende proprietarie dei propri capannoni.
Insomma, si aumentano le tasse a qualcuno per abbassarle a qualcun altro che, da un punto di vista logico, non rappresenta la soluzione migliore per gestire il problema dell'incremento della pressione fiscale in quanto, nella migliore delle ipotesi, essa resta invariata, anche se questo non sembra proprio il caso.
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