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Asse Usa-Russia. C'è il piano di Putin: "Avanziamo veloci"

No ai Volenterosi, dallo zar proposta uguale a quella 2021. Telefonata con Maduro

Asse Usa-Russia. C'è il piano di Putin: "Avanziamo veloci"
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Carta straccia. Per il Cremlino le proposte di cessate il fuoco messe a punto da Volodymyr Zelensky e dai "Volenterosi" europei sono soltanto questo. Del resto neanche Donald Trump sembra averne una considerazione migliore. Altrimenti si guarderebbe bene dal definire "una perdita di tempo" le proposte dal presidente ucraino e dall'usare "parole forti", leggi mandare a quel paese il trio composto da Emmanuel Macron Keir Starmer e Friedrich Mertz. La risposta russa al lavorio negoziale dalla triade arriva per bocca del ministro degli esteri russo Sergey Lavrov: "L'Europa - spiega Lavrov - sta cercando in tutti i modi di sedersi al tavolo delle trattative, ma le idee che coltiva non saranno utili ai negoziati". Parole rafforzate da Vladimir Putin che da una parte esprime solidarietà a un Nicolas Maduro ormai nel mirino di Trump e dall'altra ricorda agli europei che "l'iniziativa strategica è nelle nostre mani avanziamo ritmo sostenuto". Come dire inutile proporre compromessi perchè in breve anche quel 25 per cento del Donetsk controllato da Kiev sarà nostro. Altrettanto minacciosi sono gli avvertimenti di Lavrov: "Stanno fantasticando di inviare le loro truppe in Ucraina come forze di pace, ma devono capire che le cosiddette forze di pace diventeranno immediatamente i nostri obiettivi legittimi". Ma l'aspetto più inquietante delle dichiarazioni di Lavrov emerge quando rivela che sono state trasmesse agli Usa proposte concernenti le garanzie di sicurezza collettiva assolutamente in linea con quelle già presentate il 17 dicembre 2021. Una dichiarazione in cui spiega che tutte "le incomprensioni con gli Usa sono state eliminate" durante l' incontro dell' inviato Steve Witkoff del 2 dicembre. Quanto basta per capire che Washington e Mosca sono pronte a discutere piani molto più ampi e complessi di quelli incentrati su semplici concessioni territoriali riguardanti il Donetsk e il resto del Donbass. La prospettiva metterebbe i cosiddetti "Volenterosi" europei nella spiacevole situazione di chi guarda il dito anziché la luna. Il perchè è evidente. Mentre la triade franco-tedesco-britannica si concentra sul come impedire alla Russia di annettersi il 25 per cento del Donetsk ancora in mano a Kiev il Cremlino si prepara invece a trattare con Washington una totale revisione dell'architettura di sicurezza europea disegnata dopo il 1989.

Le bozze proposte a Usa, Nato ed Europa nel dicembre 2021 - definite a suo tempo un ultimatum dalla Casa Bianca - chiedevano infatti il ritiro della Nato da tutti i Paesi entrati nell'Alleanza dopo il 1997 (ovvero da tutta l'Europa centro-orientale e dalle nazioni del Baltico ndr), il veto all'entrata di Georgia e Ucraina nella Nato e l'impegno reciproco di Stati Uniti e Russia a non schierare missili a medio raggio capaci di colpire i rispettivi territori. Sotto gli occhi dei "Volenterosi", si preparerebbe insomma un'autentica rivoluzione copernicana capace di cancellare e stravolgere tutte le certezze impostesi dopo la caduta del Muro di Berlino.

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