Milano Assemblee territoriali in mezza Italia, campagna di iscrizioni, promozione e raccolta fondi. Dopo la frenetica attività sui social network e le trasmissioni via radio, il partito dell'islam esce dalla rete e prova a diventare realtà. La Costituente islamica esordisce fra due settimane a Torino ma è solo la prima tappa della «tournée». Il calendario in buona parte è definito: secondo appuntamento una settimana dopo, a Bologna; quindi lo sbarco a Milano e Roma fra il 2 e il 9 luglio.
Mentre i sondaggi certificano ormai la dispersione del voto cattolico, i musulmani che vivono in Italia vogliono farsi sentire: «Una comunità, una fede, una voce» è lo slogan. E la «Costituente» vuole alzarla, quella voce. L'idea, rivelata sul «Giornale» 9 mesi fa, ora è un progetto, «dei musulmani per i musulmani». Ad animarlo, primo fra tutti il fondatore della Unione delle comunità islamiche italiane Hamza Roberto Piccardo, tornato alla ribalta della cronaca per aver chiesto di introdurre anche in Italia la «poligamia» come «diritto civile». Per niente imbarazzato dal «putiferio» che ne è sortito allora, rivendicò di aver toccato «un nervo scoperto» della nostra cultura. Oggi si mostra grande estimatore del presidente turco Erdogan, tanto da garantire che «in Turchia c'è una legalità, ringhiosa quanto volete ma comunque una legalità democratica e repubblicana».
Piccardo è stato anche portavoce dell'European Muslim Network, presieduto da Tariq Ramadan. Intellettuale molto discusso, nipote dello storico fondatore dei Fratelli musulmani, Ramadan è stato accolto con grandi onori a Milano proprio dal Caim guidato (allora) da Piccardo jr, Davide, a sua volta protagonista di posizioni controverse ed episodi imbarazzanti che hanno portato alla rottura fra le moschee del Caim e la comunità ebraica. Piccardo ha accusato spesso lo Stato di Israele, di «politiche criminali» e «genocidio» e su queste basi ha chiesto alla Chiesa di prenderne le distanze così come con l'Isis. A proposito dei miliziani del Califfo, poi, dopo l'attentato di Parigi, a Milano ha tenuto un discorso in cui se ne uscì con un infelice definizione dei kamikaze, chiamati giovani che si sono «sacrificati credendo di morire per qualcosa». In piazza San Babila c'erano solo 500 persone ma fu, quella, la prima occasione in cui il mondo ex Ucoii si spaccò in due e a Milano comparve, con arrivi un po' da tutto il Nord, questa «costola» di duri e puri che oggi è diventata l'ossatura della Costituente islamica.
Per qualcuno è solo un gioco delle parti ma nel mirino oggi c'è proprio l'Ucoii, che ha firmato col ministro Marco Minniti il patto per l'islam italiano e viene considerata sostanzialmente incapace di raggiungere l'agognato obiettivo: un «vero» concordato. Con i Piccardo ci sono altri esponenti della vecchia guardia Ucoii, come il siriano Baha El Din Ghrewati. Ma i grosso del comitato promotore è formato da giovani, impazienti e scalpitanti. Come Francesco Tieri, «gemello» di Davide Piccardo come coordinatore del Cail, i centri islamici del Lazio. Ma nell'elenco dei fondatori compare anche il nome di quello che sembra «Sam Aly», che ha dovuto rinunciare alla candidatura alle Comunali di Milano con il Pd quando sono state pubblicate delle foto che lo ritraevano con Tareq Al-Suwaidan, imam radicale e antisemita e al quale il Viminale ha negato l'ingresso nel nostro Paese.
E non fa mancare il suo apporto alla Costituente l'ex imam di Cinisello (oggi a Lecco), Usama El Santawy, telepredicatore indicato come esponente del «salafismo autoctono» e protagonista di una clamorosa dichiarazione, che giustificava gli europei pronti a diventare «foreign fighters».
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