Da un lato l'intenzione di impegnarsi affinché il tavolo di pace messo in piedi da Trump funzioni; sostenendo con più forza le istanze di Kiev. Dall'altro, l'invito alle cancellerie Ue a intensificare le pressioni economiche sulla Russia, migliorando la battaglia contro la "flotta ombra" con cui la Federazione riesce ad aggirare le sanzioni sul petrolio con cui finanzia i costi di guerra. Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, nel suo intervento alla plenaria di Strasburgo ieri ha fissato i punti che Bruxelles ritiene indispensabili per qualsiasi intesa giusta e duratura: deve essere accompagnata da garanzie di sicurezza per Kiev; niente limiti alle Forze armate ucraine né disposizioni che rendano il Paese vulnerabile ad attacchi futuri. Poi un passaggio chiave: "La sicurezza dell'Ucraina è considerata parte integrante della sicurezza europea". E per garantirla, per Von der Leyen, serve "piena tutela della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina"; dunque l'Ue rifiuta qualsiasi "divisione" del Paese.
La bozza europea impegna inoltre l'Ucraina a non recuperare con mezzi militari il suo territorio occupato da Mosca. Punto focale, negoziati dalla linea di contatto. Niente riconoscimenti automatici di sovranità russa né cessioni preliminari, e rinvio delle decisioni finali al faccia a faccia tra Zelensky e The Donald. Inoltre Kiev, ha ribadito Von der Leyen, deve poter scegliere liberamente il proprio futuro europeo avviato con l'integrazione nel mercato unico e nel settore difesa: con i 27 (o gran parte di essi) pronti a sostenere finanziariamente l'Ucraina nel '26-'27.
La presidente dell'esecutivo europeo (che ieri ha incassato il grazie di Zelensky, "siamo d'accordo") ha ricordato che la Commissione è pronta a presentare un testo legislativo includendo l'utilizzo degli asset russi immobilizzati. Nel caso in cui non si riesca a raggiungere un'intesa, scrive Politico, ci sarebbe un piano B. Il tema vede il secco no di Budapest: "Utilizzare i beni congelati prima di un accordo di pace scatenerebbe contromisure russe che possono causare danni alle aziende europee". E pure il Belgio fa resistenza: perché attraverso la piattaforma Euroclear tiene in "freezer" i circa 200 miliardi di euro della Banca centrale russa e teme d'essere bersaglio di ritorsioni.
"Il diavolo è nei dettagli, devono vedere la proposta legislativa", ha spiegato l'Alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, in videoconferenza con i capi-diplomazia dei 27, promettendo che i Paesi Ue saranno "solidali con il Belgio quando avrà bisogno". Sarà sul tavolo dei leader al Consiglio europeo del 18-19 dicembre, se chiarita. L'impostazione si distingue parecchio dall'idea trumpiana: che voleva destinare 100 miliardi di dollari di beni russi congelati agli sforzi guidati dagli Usa per ricostruire l'Ucraina con il 50% di profitti per l'America. "Non esiste uno scenario in cui a pagare siano solo i contribuenti europei", ha detto Ursula. Chi ha causato danni di guerra, paghi; col portafoglio ma pure davanti ai giudici, senza amnistie. Per Kallas "l'opzione migliore da seguire" è un prestito ponte per Kiev con un bond emesso da Bruxelles a copertura dei 100 miliardi degli assett russi.
Anche perché "ad ora non abbiamo alcuna indicazione che la Russia voglia la pace. I bombardamenti indiscriminati continuano", ha detto rispondendo a distanza alle parole del segretario generale Nato, Mark Rutte, secondo cui la guerra può finire nel 2025.