Roma Attentato - social - al capo dello Stato. Nell'epoca del web 2.0 succede anche questo. E così, dopo le polemiche degli ultimi giorni per gli attacchi lanciati a fine maggio via Twitter contro Sergio Mattarella, il caso finisce adesso a piazzale Clodio, a Roma, dove la procura capitolina ha annunciato di voler aprire, a inizio settimana prossima, un fascicolo d'indagine su quei cinguetti così aggressivi contro il Quirinale.
Gli attacchi sul popolare social presero di mira il presidente della Repubblica nel momento più difficile prima del varo del governo giallo-verde, dopo il «no», giunto proprio dal Colle, alla nomina di Paolo Savona al ministero dell'Economia. Quella casella dell'esecutivo, sgradita all'Europa, venne stoppata da Mattarella, e nella notte successiva, tra 27 e 28 maggio scorsi, sarebbero apparse alcune centinaia di account Twitter creati ad hoc dai quali sono partite per ore e ore migliaia di messaggi di insulti al Capo dello Stato, o comunque molto aggressivi con Mattarella e critici con il veto imposto su Savona, tutti segnati dall'hashtag #mattaralladimettiti. Il timore, sollevato dal Corriere e ripreso dalla procura di Roma, è che dietro a quell'attacco, che apparirebbe concertato da un'unica regia, possa esserci la mano di troll russi, forse proprio dell'Ira, l'Internet Research Agency di San Pietroburgo, fabbrica di fake news e macchina di propaganda per conto di interessi russi, accusata dagli Usa di aver tentato di interferire con elezioni e processi politici. C'era la mano dei russi dell'Ira dietro agli attacchi a Mattarella? Difficile dirlo, ma anche su questa ipotesi lavoreranno i pm romani che si occupano di antiterrorismo, in attesa dell'informativa su cui sta lavorando la Polizia postale. Domani della questione si occuperà il Copasir, con l'audizione del capo del Dis, Alessandro Pansa.
L'argomento, comunque, divide come al solito quanti ritengono che il cyberattacco sia la vera fake news, in testa i pentastellati ma non solo, e quanti invece sostengono che grillini e leghisti godano dell'appoggio dei troll russi, intenti a sostenere i movimenti populisti in tutto il mondo. Di certo il presunto «attacco» al Quirinale di fine maggio non convince del tutto. Tra chi non ci crede, l'azzurro Stefano Maullu. «I veri troll - commenta l'eurodeputato di Forza Italia - dal mio punto di vista, sono quelli che vedono complotti dappertutto, sul web e sui social, ma anche nella vita reale. L'idea che dei fantomatici troll russi abbiano attaccato il presidente Mattarella, a mio avviso, è spazzatura allo stato puro, niente di più». Insomma, il caso è solo, secondo l'esponente di Fi, una declinazione della «russofobia» imperante, che «ha ormai definitivamente ammorbato le diplomazie, i governi e perfino i media nazionali della maggior parte dei Paesi europei, ed è una presenza davvero fastidiosa e ingombrante».
Posizione opposta per Ernesto Magorno, senatore Pd e componente del Copasir, che
definisce il presunto attacco «assai inquietante», e tale da «meritare tutti gli approfondimenti del caso», compresa l'audizione a Pansa, in calendario domani. «È compito delle Istituzioni - aggiunge - capire cosa è accaduto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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