L' immigrazione non fa paura solo al popolo incolto fomentato dalla destra ma anche al gotha economico riunito a Cernobbio per l'annuale appuntamento col Forum Ambrosetti. La prestigiosa platea composta da «massimi rappresentanti delle istituzioni internazionali, ministri, premi Nobel, imprenditori, manager ed esperti di tutto il mondo» è stata interpellata con il televoto (anonimo) su quali siano i «fattori di instabilità» che la preoccupano maggiormente. E la maggioranza relativa ha indicato come priorità da affrontare proprio quella dei migranti e del controllo delle frontiere, e al secondo posto l'Isis e il terrorismo islamico. Certo, i banchieri e manager sono spaventati anche dalle «implicazioni del fenomeno Trump negli Usa e nel mondo», dall'«avanzare dei nazionalismi e protezionismi», a partire dalla Brexit. Ma il tema della sicurezza e quello delle migrazioni di massa dall'Africa all'Europa (in particolare, all'Italia) sono considerate una minaccia anche dalle élite di solito molto caute, non solo dagli strati più bassi della società.
Dalle riunioni a porte rigorosamente chiuse escono dei cinguettii (tweet) che raccontano il clima. «L'immigrazione in Europa può comportare dei problemi politici e sta già succedendo», «I confini sono importanti perché ci proteggono e definiscono chi siamo», «la minaccia dell'islamismo è reale ma dobbiamo insistere sui valori della tolleranza religiosa». Ci sono «populisti xenofobi» anche tra gli ospiti, come Geert Wilders, il leader del partito olandese considerato un pericoloso «islamofobo» e dunque impresentabile in ogni salotto rispettabile, eppure c'è (e oggi ci sarà Salvini), segno che i timori su immigrazione e sicurezza non sono più considerati tabù impronunciabili. «Ho spiegato ai miei amici qui che è folle affidare la gestione dei confini a Bruxelles, devono essere gli Stati nazionali a farlo, oppure tra un po' di anni l'Europa diventerà Eurabia. Ora ci sono 1,2 miliardi di persone in Africa, ma fra trent'anni saranno il triplo. Non possiamo arrenderci all'islamizzazione dell'Europa».
Il tema immigrazione entra anche nel discorso del premier Gentiloni (qualche mese fa il giudizio del Forum sul suo governo era appena sufficiente): «Abbiamo gestito flussi migratori irregolari unici in Europa, almeno nell'ultimo anno, anno e mezzo e lo abbiamo fatto dimostrando che si possono gestire i flussi migratori senza rinunciare allo spirito di umanità» dice il presidente del Consiglio che indica proprio nella «sicurezza e nella gestione dei flussi migratori» il primo obiettivo europeo per il 2018, anno in cui si rinnoveranno i governi di importanti Paesi Ue, tra cui l'Italia. «Sono convinto che in Italia non vinceranno la politica ridotta a insulto, la derisione della scienza e della competenza» dice Gentiloni, e il riferimento ai M5s e alla campagna anti-vaccini è evidente. «Io non sono un presidente del Consiglio che promette miracoli. I miracoli li fanno le famiglie e le imprese», però qualche risultato lo rivendica: «Possiamo finalmente dire di aver lasciato dietro le spalle il periodo più difficile del dopoguerra.
L'indice di fiducia dei consumatori e delle imprese è tornato a riaffiorare, nonostante le ansie seminate ad arte, o anche a sproposito. Ventitré milioni di occupati per l'Italia sono un record. Anche alle riforme fatte in questi anni, che bisogna dire hanno funzionato». Oggi per il governo tocca a Padoan e alla Boschi, ma dopo il turno dei «populisti».
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