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"Attenti ai dossier più critici...". Quel giro di telefonate al governo

L'obiettivo sarebbe quello di chiudere i dossier a rischio, dal Recovery Plan alla preparazione del G20 e della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici

"Attenti ai dossier più critici...". Quel giro di telefonate al governo

Un giro di telefonate per "mettere in sicurezza il Paese". Ai vari capi del filo i principali componenti del governo: Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Dario Franceschini e Goffredo Bettini. L'obiettivo, secondo il restroscena del Corriere della Sera, sarebbe quello di chiudere i dossier a rischio.

A partire dall'approvazione del Recovery Plan, per poi toccare altri temi, dai lavori di preparazione al G20, fino alla preparazione del Global Health Summit, previsto per maggio, e della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. La spinta sulla chiusura dei dossier viene vista, stanto alle fonti di governo sentite dal Corriere della Sera, come un "atto dovuto", per evitare che "ci rida dietro tutto il pianeta se staremo in campagna elettorale durante i giorni più importanti dei primi vertici internazionali". Ma, nonostante la tregua, le tensioni al governo non sono sopite. "Ormai Renzi è imprevedibile, probabilmente farà cadere tutto, ma chiudiamo i dossier, perché sarà un anno tostissimo per l'esposizione dell'Italia sul piano internazionale- si sarebbero detti i maggiori esponenti del governo in quel giro di telefonate, stando a quanto riportato sul Corriere- Quindi da oggi testa bassa a lavorare. Anche perché a Renzi è stato proposto di tutto, ma non ha dato garanzie in nessun modo. Poteva avere tutto, ha scelto niente".

Intanto, mentre i ministri sono rivolti ai problemi governativi, i membri del Moviemnto 5 Stelle starebbero iniziando a vacillare e in molti starebbero sperando in un cambio nei vertici del partito. Alla Camera, qualcuno spera non vengano riconfermati Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, mentre al Senato, il dito è puntato contro Vito Crimi. "Non è stato votato e non rappresenta nessuno", avrebbe detto Mattia Crucioli, chiedendo chiarimenti sull'elezione dell'organo collegiale, insieme ad altri membri dei 5 Stelle. Dall'altra parte, invece, c'è chi ha preso le difese di Crimi: il capogruppo Ettore Licheri e il ministro Stefano Patuanelli si sarebbero schierati con il reggente.

E la tensione che si respira tra i pentastellati è tale da far pensare a qualcuno che "con il rimpasto esploderà il Movimento", a causa di "ambizioni personali e compromessi".

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