C'è un libro che spiega nascita e sviluppo del populismo e cosa hanno in comune Lega e Movimento Cinque Stelle. Ma rispetto ad altri saggi che hanno raccontato il fenomeno mettendolo in collegamento alla crisi del liberalismo, allo scenario internazionale, al trumpismo e al rapporto con la Russia, alla crisi delle sinistre, il volume firmato da Alessio Postiglione e Angelo Bruscino coglie un aspetto in più. Un aspetto che sta per diventare estremamente attuale: l'asse tra il M5s e il neo meridionalismo che ha trovato il suo esponente più visibile in Pino Aprile, l'autore del best seller "Terroni". "Il MoVimento - si legge nel saggio "Popolo e populismo" (Cairo editore)- ha cavalcato o l’onda di questo nuovo meridionalismo, revanchista e filoborbonico, ma anche capace di offrire un orizzonte di senso". Gli autori, il giornalista e comunicatore Postiglione e l'economista Bruscino, citano ad esempio un'iniziativa che sembra tratta di peso dai libri di Pino Aprile: "Pensiamo alla proposta del M5S pugliese di istituire una giornata della memoria dei martiri del Risorgimento, in riferimento alla repressione militare dei briganti all’epoca della legge Pica". L'idea neoborbonica esercita un fascino palese sul populismo grillino.
Il legame del M5s con il Sud, concludono gli autori, è ben più profondo della questione del reddito di cittadinanza. Il risultato delle elezioni europee ha mostrato segni di incrinatura in questo rapporto. E lo stesso Aprile ha lanciato l'allarme su alcune mosse del governo, spinte dalla Lega, che il M5s finora ha faticato a contenere. Innanzitutto la battaglia per l'autonomia differenziata delle Regioni, vista con orrore dal nuovo identatitarismo meridionalista, e poi l'emendamento che sottraeva al ministero per il Sud le risorse del Fondo di coesione con l'avallo di alcuni esponenti dell'area governista del M5s, un provvedimento che ha scatenato una violenta reazione nella pattuglia parlamentare grillina più legata alle tesi meridionaliste. Uno scontro destinato a riproporsi.
Il primo appuntamento sensibile per il governo arriverà in Senato il 10 luglio, quando si voterà la proposta del taglio dei parlamentari passata in Commissione. Il governo, dopo le espulsioni e la marginalizzazione di alcuni dissidenti grillini, vedi Elena Fattori, può contare su una maggioranza molto risicata e non si possono escludere sorprese, visto che il provvedimento non piace anche ad alcuni leghisti. E poi c'è l'Autonomia, che rischia di essere la madre di tutte le spaccature all'interno del governo. Il fronte identitario meridionalista, il cui legame è stato messo in evidenza proprio dal saggio di Postiglione e Bruscini, sembra pronto a un fuoco di sbarramento molto più duro di quello visto su Ilva o Tav.
Rischia di diventare attuale un'altra parte del saggio, quella che ipotizza le possibile ricomposizioni del quadro politico qualora dovesse andare in crisi la maggioranza gialloverde: la difficile alleanza del M5s con il Pd e l'asse europeo tra Ppe e sovranisti "moderati" che Silvio Berlusconi caldeggia da tempo. Ce n'è abbastanza per scrivere una seconda puntata del libro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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