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Attenzione al pallottoliere

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni affronta i problemi mondiali a Downing Street dal premier britannico Sunak mentre la sua maggioranza affonda alla Camera nella votazione sul Def.

Attenzione al pallottoliere

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni affronta i problemi mondiali a Downing Street dal premier britannico Sunak mentre la sua maggioranza affonda alla Camera nella votazione sul Def, tanto da richiedere un Cdm straordinario in serata per metterci una pezza. Un film già visto tante volte nelle aule parlamentari: quelli in missione, quelli impegnati a depositare le liste elettorali per le amministrative, quelli costretti a correre in bagno, quelli che non si vedono mai. E l'assenza collettiva si tramuta in figuraccia, in incidente politico, in un fuori programma che galvanizza l'opposizione e imbarazza gli oltre 12 milioni di italiani che hanno votato il centrodestra.

Alla prima grande prova del nuovo Parlamento, quello passato da 945 a 600 eletti, la maggioranza scopre sulla propria pelle che i numeri non sono mai assicurati automaticamente. Nelle passate legislature i margini erano così ampi che bastava una blanda precettazione per garantire i voti necessari per approvare i temi del giorno. Ora, però, i vecchi riti diventano di colpo obsoleti. La gestione del pallottoliere in aula non è più una tecnicalità dei professionisti della politica, ma uno strumento di rispetto del mandato elettorale. Tocca sempre alla maggioranza, soprattutto questa maggioranza che nasce con un profilo di forte discontinuità, farsi trovare puntuale sui banchi, al netto di missioni, malattie e impegni governativi. E questo sempre, dalle mozioni di scarsa rilevanza ai passaggi istituzionali della massima importanza. Almeno questa volta non ci sono stati franchi tiratori a giocare sulla pelle del Paese per regolare vendette politiche. È stata una questione di conti sbagliati.

E non è una giustificazione, ma un'aggravante quando una coalizione sta affrontando i conti reali del Paese.

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