Attrice rifiuta il figlio comprato. Il giudice: non può

Divorziò dal marito quando la gestante surrogata era incinta. Non è la madre biologica ma deve mantenerlo

Attrice rifiuta il figlio comprato. Il giudice: non può

Roma Bello, una volta: si diceva «mamma» ed era sempre certa. Ora alla parola più bella del mondo si aggiungono tanti aggettivi: madre naturale, biologica, genetica, oppure surrogata, in affitto, portatrice e ancora legale, sociale...Altri ancora ne saranno coniati, nel terzo millennio in cui l'intreccio tra nuove tecnologie e nuove leggi crea in continuazione figure genitoriali e la morale segue sempre.Sta a dimostrarlo la storia di Lamar Sally Jr., nato ad agosto 2014 in Pennsylvania da una donna-incubatrice, per volere di un'altra, l'attrice Sherri Shepherd, che poi pretendeva di «divorziare» da lui, dopo averlo fatto dal marito Lamar Sally, sceneggiatore di serie tv. Per 9 mesi, un'altra gestazione, LJ ha aspettato di sapere da un tribunale chi dovesse chiamare mamma.

Ad aprile un giudice della Pennsylvania ha stabilito che Sherri, 48 anni, volto noto della tv americana, è sua madre legale, obbligata a mantenerlo con 4mila dollari al mese e a garantirgli la copertura sanitaria fino a 18 anni. Lei ha fatto ricorso e la parola finale l'ha messa martedì scorso la corte d'appello, confermando la sentenza. Per la prima volta in Pennsylvania si considera vincolante un contratto di surrogazione.LJ, che ha una madre biologica sconosciuta e una nota che l'ha partorito, legalmente può chiamare madre solo la donna che l'ha rifiutato.Sherri e Lamar si sono sposati nel 2011 e poi si sono sottoposti alla fecondazione omologa. Niente. Allora hanno deciso per l'eterologa, selezionando con cura in un'agenzia una madre «in affitto»: Jessica Bartholomew, cameriera single di 23 anni con due figli. L'embrione nato dal seme di Sally e dagli ovuli di una donatrice, è stato impiantato nel suo grembo.Solo che due mesi prima della nascita, la coppia è «scoppiata». Per l'attrice, che ha un patrimonio di 10 milioni di dollari, LJ dal punto di vista genetico non ha nulla in comune con lei. Così, si rifiuta di comparire come madre nel certificato di nascita, di pagare gli alimenti e anche di usare l' assicurazione sanitaria. Accusa Lamar di averla costretta a firmare un contratto per diventare genitori avendo già in mente di divorziare. «Se fai una scelta sbagliata - dichiara - torna indietro, scrolla la polvere dai piedi e comincia a camminare in avanti». I media ci vanno a nozze.I coniugi presentano istanza di divorzio in due stati. Lui in California, che prevede l'utero in affitto, chiedendo la custodia legale del bambino. Lei in New Jersey, che non riconosce la maternità surrogata. «Mi ha detto: è il tuo sperma - racconta Sally - e non il mio ovulo, quindi il bambino è tuo. Eppure mi pregava di fare subito un figlio, diceva che non voleva essere una mamma anziana. Ci siamo sposati per questo progetto, non posso credere che ora non voglia nemmeno vedere il bambino». No, Sherri che ha già un figlio di 9 anni dell'ex marito Jeff Tarpley quest'altro proprio non lo vuole. Ma i giudici hanno deciso diversamente.Non in tutti gli stati Usa è così. Altrove i genitori non biologici possono decidere di abbandonare il piccolo, interrompendo la gravidanza.

Nel 2013 la madre surrogata Crystal Kelley non volle abortire e tenne con sé una bimba con problemi di salute. Era in Michigan, dove la madre legale è quella che partorisce il figlio, non la titolare del patrimonio genetico.

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