Austria, via il vice-cancelliere. Il governo cade sul video choc

Strache, leader dell'ultradestra Fpö, ripreso a trattare di finanziamenti illeciti russi. Kurz: «Troppo, voto anticipato»

Austria, via il vice-cancelliere. Il governo cade sul video choc

Berlino «Quando è troppo, è troppo. Io non sono qua per restare al potere ma per lavorare per il Paese». Con queste parole, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz del partito popolare (Övp) ha annunciato sabato sera che chiederà al capo dello Stato Alexander van der Bellen di sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni. Ad aprire la crisi era stato poche ore prima il vicecancelliere austriaco Heinz-Christian Strache del Fpö, il Partito della Libertà, formazione xenofoba e populista tornata al potere a Vienna 15 mesi fa in coalizione con l'Övp di Kurz. Strache si era dimesso travolto dall'Ibizagate: ossia dall'apparizione sui media tedeschi Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung di un video girato a luglio 2017 sull'isola delle Baleari. Nel filmato si vedono Strache e il compagno di partito Johann Gudenus in compagnia di una sedicente oligarca russa, poi rivelatasi un'adescatrice, che ha portato i due politici a esporsi in dichiarazioni compromettenti.

Nel video il gruppo parla di possibili investimenti russi in Austria e di come i due politici potrebbero agevolarli. Frasi scambiate tre mesi prima delle elezioni dell'ottobre 2017, dalle quali uscirà proprio l'attuale governo fra i moderati e la destra dura e pura. «La domanda è se ci sono investitori per la campagna elettorale» dice schietto Gudenus, che funge da interprete con l'ospite straniera. Strache le ricorda che nessun trasferimento di denaro deve essere fatto nelle casse del Fpö ma solo a favore di associazioni che lo sostengano. Scopo non dichiarato è aggirare i controlli della Corte dei Conti. L'oligarca sembra anche interessata a investire nel Kronen Zeitung, il più diffuso tabloid austriaco. «Se riesce a prenderne il controllo qualche settimana prima delle elezioni, anziché al 27% arriviamo al 34%», spiega Strache; per inciso il suo partito otterrà il 26%. Importante, riprende, è che all'investimento faccia seguito l'allontanamento dal giornale di alcuni elementi sgraditi, e l'assunzione di giornalisti più favorevoli all Fpö. «Alcuni fuori, altri dentro: zac, zac, zac!», dice Strache, auspicando l'asservimento generale dei media al potere. Frasi che hanno creato scompiglio in Austria, tanto più che a pronunciarle è l'uomo che ha rilanciato l'Fpö come formazione degli incorruttibili, contrapposta alla «partitocrazia» popolare e socialdemocratica al potere da lustri nel paese.

Esploso lo scandalo, Strache ha provato a difendersi affermando che «nel corso della serata era stato consumato molto alcol» e che le «barriere linguistiche» avevano dato vita a numerose incomprensioni. Parole che non hanno convito Kurz: sabato mattina ha accettato le dimissioni del vicecancelliere; ore dopo ha annunciato il ritorno alle urne. Nel frattempo anche Gudenus si è dimesso da parlamentare, mentre il ministro dei Trasporti Norbert Hofer, già candidato della destra alla presidenza della Repubblica, veniva nominato vicecancelliere. La crisi non poteva però risolversi solo con un rimpasto: nel video i due politici del Fpö nominano anche numerose grandi aziende austriache, fra cui il produttore di armi da fuoco Glock, come possibili finanziatori del partito: le smentite degli interessati sono piovute a raffica.

L'Ibizagate coglie l'Austria nel pieno della campagna per le Europee, trascinando nell'imbarazzo il 32enne Kurz: l'alleanza fra popolari e sovranisti guidata dall'enfant prodige di Vienna era presa da molti

a modello per la prossima Commissione Ue. Lo scandalo rimette tutto in gioco: per non rimanere travolto dalle magagne dei propri alleati e dalle proteste dell'opposizione, Kurz ha deciso di ridare la parola agli elettori.

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