Politica

Autobombe fuori dallo stadio A Istanbul ritorna il terrore

Attentato poco dopo la partita del Besiktas: 15 vittime, soprattutto poliziotti. Il regime impone il silenzio stampa

Tornano le bombe e riaffiora la paura del terrorismo nel centro di Istanbul. Dopo cinque mesi di tregua dalla sequela di attentati che ha sconvolto la Turchia nell'ultimo anno, ieri sera intorno alle 22.30 una doppia esplosione ha colpito di nuovo il cuore della città.

Un'autobomba è scoppiata contro un convoglio di poliziotti fuori dallo stadio di Istanbul, ma anche un secondo attacco kamikaze si sarebbe verificato vicino a Macka Park, causando, il bilancio a tarda sera era ancora provvisorio, almeno 15 morti e 38 feriti, tra gli agenti ma anche tra civili. Secondo i media locali, sarebbe stato proprio un bus delle forze dell'ordine l'obiettivo della deflagrazione avvenuta fuori dal Vodafone Arena, lo stadio del Besiktas di Istanbul, dove il convoglio di agenti in antisommossa aveva appena finito di garantire la sicurezza alla partita disputata con il Bursapor. I 40mila spettatori infatti, avevano da poco abbandonato la struttura. «Un attacco terroristico e un crudele complotto» ha fatto sapere subito il ministro dell'Interno Suleyman Soylu. È il primo dopo il tentato golpe dell'estate. Ma è proprio la tempistica dell'esplosione, che ha atteso il deflusso delle persone dallo stadio evitando una strage di civili, a far ipotizzare che non si tratti di Isis. E a indirizzare le indagini nelle ore successive all'attentato verso la pista curda. L'autobomba, esplosa non lontano da un punto in cui solitamente è schierata la polizia per garantire l'ordine pubblico, arriva nello stesso giorno in cui il Parlamento ha iniziato ad esaminare il pacchetto di riforme costituzionali che porteranno la Turchia a essere una Repubblica Presidenziale, e a concentrare i poteri nelle mani del presidente Recep Tayyip Erdogan. L'ipotesi dei cinque procuratori a cui il governo ha affidato l'inchiesta guarderebbe ai terroristi sia del Pkk che, soprattutto, agli «scissionisti» del Tak, che utilizzano la tattica dell'autobomba per colpire le forze di sicurezza. Il Pkk, in quanto organizzazione separatista, difficilmente porta il baricentro delle proprie azioni fuori dal sud est della Tuchia, mentre al contrario il Tak, che ha colpito sempre attraverso autobombe le forze dell'ordine turche ad Ankara a febbraio, a Istanbul lo scorso giugno, causando rispettivamente 28 e 16 morti. Sempre il Tak ha realizzato un attentato a marzo in cui sono morti 38 civili, sempre ad Ankara.

LoBu

Commenti