Autonomia, fumata nera. Zaia: "Però siamo vicini"

Nuovi poteri alle Regioni. Al vertice hanno partecipato i due governatori e Salvini

Autonomia, fumata nera. Zaia: "Però siamo vicini"

Milano - Fumata nera sull'autonomia. Dopo il vertice romano di ieri fra il leader leghista Matteo Salvini e i governatori di Lombardia e Veneto, il dossier è ancora in fase interlocutoria. E per mettere nero su bianco i nuovi poteri alle Regioni si deve ancora aspettare dunque. Quanto? Per il resto del centrodestra si è già atteso troppo. Ma la Lega assicura che si arriverà al dunque in 15 giorni, tanto che lo stesso governatore veneto Luca Zaia, alla fine del confronto ha confermato la data che da tempo viene indicata nel Carroccio come scadenza naturale della trattativa: metà febbraio. «Siamo a buon punto - ha detto Zaia - la riunione è stata assolutamente proficua, un'occasione per fare il punto della situazione e ci permetterà di andare verso la stesura di un testo definitivo sul quale poi ragionare definitivamente, rispettando il termine del 15 febbraio che era il termine ultimo per la sintesi».

Al vertice hanno partecipato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, la ministra per gli Affari regionali Erika Stefani e il governatore della Lombardia Attilio Fontana. Convitato di pietra il Movimento 5 Stelle, che vede al suo interno non poche resistenze sull'applicazione della riforma autonomista, percorso previsto come possibilità dalla Costituzione e attivato nel Lombardoveneto dal referendum del 2017, che in entrambe le Regioni ha fatto registrare percentuali bulgare e partecipazione al voto notevole (soprattutto in Veneto). I deputati 5Stelle, eletti prevalentemente al Sud, covano il timore di un Sud penalizzato. E sarebbe questo a frenare l'ok definitivo. Fontana su questo fronte ha rassicurato: «Francamente - ha detto al termine dell'incontro - non capisco se le Regioni del Sud hanno letto il testo ma voglio ribadire che non sono previsti spostamenti di risorse, non vi saranno equilibri che si spostano».

Anche la ministra grillina Barbara Lezzi alla vigilia dell'incontro aveva rassicurato, ottenendo però una replica secca dalla senatrice dissidente Paola Nugnes, che le aveva risposto picche, facendo emergere le reali perplessità pentastellate: «Fino a quando si farà riferimento alla spesa storica di fatto si staranno negando i Lep (i livelli essenziali di prestazione)».

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