"Date briciole": quando la candidata grillina criticava Conte

Layla Pavone è la candidata M5S a Milano. Ma nell'armadio ha anche lei qualche scheletro: a ottobre 2020 si lamentava di Conte

"Date briciole": quando la candidata grillina criticava Conte

Non si placano gli imbarazzi in casa Movimento 5 Stelle. L'ultimo caso vede protagonista Layla Pavone, scelta come candidato sindaco grillino in occasione delle elezioni Amministrative che si terranno a Milano nel mese di ottobre. L'assemblea degli attivisti pentastellati del capoluogo lombardo ha deciso di puntare sull'imprenditrice e manager, che però deve fare già da ora i conti con quanto accaduto pochi mesi fa: l'ex consigliere indipendente della società editoriale de Il Fatto Quotidiano non aveva nascosto polemiche contro il governo giallorosso e aveva alzato la voce sotto il profilo Twitter di Giuseppe Conte, allora presidente del Consiglio.

I tweet contro Conte

I toni critici della Pavone risalgono a ottobre 2020, quando l'esecutivo aveva deciso di intraprendere una serie di misure restrittive in seguito alla rapida risalita dei contagi e dei decessi che aveva di fatto portato a un peggioramento del quadro epidemiologico nel Paese. Era precisamente il 28 ottobre dello scorso anno: Conte invitava a indossare la mascherina, a mantenere la distanza di sicurezza interpersonale e a igienizzarsi spesso le mani. "Seguiamo queste tre semplici regole. Questa battaglia si vince con l'impegno di tutti", scriveva sul suo profilo Twitter.

Proprio sotto quel suo post è ancora visibile il commento della candidata 5 Stelle a Milano, che senza giri di parole aveva bocciato l'atteggiamento dei giallorossi: "Presidente voi chiedete sacrifici ai lavoratori, aziende, professionisti, ma non vi viene in mente di dimezzarvi lo stipendio nemmeno per sogno". Addirittura la Pavone aveva messo in guardia l'ex premier sui possibili rischi sociali che potevano scaturire da quelle circostanze: "Attenzione che la gente è stanca e tra poco perderà le staffe e scatterà la rivolta".

La Pavone aveva poi rincarato la dose e sempre il 28 ottobre si lamentava dopo l'approvazione del decreto Ristori in Consiglio dei ministri: "Le briciole avete dato altro che ristoro. 2000 euro a chi ne fattura 400000 all'anno?".

Chissà se Conte conosceva l'animo battagliero e anti-casta che la candidata 5S non ha esitato a rendere noto. Chissà invece se può essere letta anche come una mossa per tornare ai caratteri originari per tentare di risollevare le sorti di un Movimento ormai in declino.

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