"Io, la Azzolina e la querela per il pezzo copiato"

Lucia Azzolina, intervistata venerdì scorso da Peter Gomez in una puntata del suo programma sul Nove (La Confessione), ha sostenuto per ben tre volte di avermi querelato

"Io, la Azzolina e la querela per il pezzo copiato"

Lucia Azzolina, intervistata venerdì scorso da Peter Gomez in una puntata del suo programma sul Nove (La Confessione), ha sostenuto per ben tre volte di avermi querelato. «Aveva copiato?», le chiede lui. «Io facevo copiare i miei compagni di classe», risponde lei, «non ho mai copiato, mi sono sempre impegnata al massimo nella mia vita». Il giornalista la incalza: «Però è vero che alcune parti di quell'elaborato erano uguali ad alcune righe di manuali o di opere». E lei: «Guardi, credo che ci fu proprio Il Fatto Quotidiano che fece una ricerca con i software che si utilizzano all'università dimostrando che non era assolutamente vero».

In ogni caso, anche lì sono partite le querele, e anche lì poi sarà la giustizia a fare il suo corso. Perché è pesante accusare una persona che si è sempre impegnata ed è partita dal nulla di aver copiato quando poi i fatti, i dati, i software ti dicono che non è andata assolutamente così». Ribadisce l'ex ministro: «Questo professore non ha mai nutrito né grande stima né grande simpatia nei miei confronti perché ha scritto non so quanti articoli, ed è un altro di quelli che è stato appunto querelato». E due. «Ma quante querele ha fatto da quando è in politica?», le domanda ancora Gomez. Risponde Azzolina: «Diverse. Io penso che ci si debba difendere. Le ho fatte rispetto alla questione della tesina copiata, e poi rispetto a tutti gli insulti sessisti e alle minacce di morte». E tre.

Appurerò l'esistenza di una querela ai miei danni sporta da Lucia Azzolina, che continua spudoratamente a negare di aver copiato più di 40 brani. L'ex ministra mente perfino nel riferimento al merito dell'articolo uscito sul Fatto (4 gennaio 2020), in replica alle mie accuse nei suoi confronti di plagio e violazione del diritto d'autore. La giornalista, esaminate le 41 pagine della tesi di specializzazione, calcolò almeno in circa 300 parole, su 8.648 totali (con l'ausilio di due software antiplagio), l'ammontare del vocabolario complessivo saccheggiato dall'onorevole. Sono in realtà 1.542 le parole di cui Azzolina si è impadronita in quel lavoro (per una percentuale di copia del 17,831%).

I 32 passi copiati di sana pianta non sono stati messi fra virgolette e non sono accompagnati da note di rinvio alle fonti. Ma Lucia Azzolina è solo la punta dell'iceberg. Così fan molti, come presto dimostrerò, e l'università dovrà reagire.

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