Bagarre alla Camera, relatrice M5s del decreto sanità in Calabria accusata di conflitto di interessi

Dalila Nesci, relatriche M5s del decreto sanità in Calabria, è finita nell'occhio del ciclone con l'accusa di conflitto di interessi. Sul caso interviene anche la Grillo

Bagarre alla Camera, relatrice M5s del decreto sanità in Calabria accusata di conflitto di interessi

Bagarre alla Camera. A finire nell’occhio del ciclone è la deputata pentastellata Dalila Nesci, relatrice del decreto sulla sanità in Calabria. L’accusa sostenuta da più parti dell’emiciclo (Pd, Forza Italia e LeU) è quella di conflitto di interessi. Uno dei collaboratori parlamentari della Nesci, Gianluigi Scaffidi, sarebbe infatti in lizza per diventare commissario della Asl di Vibo Valenzia.

E così, inevitabilmente, nell’Aula qualcuno ha rinfacciato alla grillina il mantra dell’onestà. A sollevare il caso è stata la deputata dem Enza Bruno Bossio, spalleggiata da Enrico Borghi. A nulla sono valsi i tentativi, esperiti dalla diretta interessata, di respingere le accuse (“La persona indicata non è mai stato un mio collaboratore stipendiato”), tanto che è toccato al ministro della Sanità, Giulia Grillo, chiamata a dare spiegazioni dalla azzurra Jole Santelli, intervenire in difesa della compagna pentastellata: “Non è stata fatta ancora nessuna nomina. Stiamo facendo un decreto per una regione che tutti quelli che l’hanno guidata l’hanno fatta fallire siccome non l’abbiamo guidata noi, ma l’hanno guidata prima Forza Italia e poi Pd, avete nominato manager che hanno fatto fallire tutte le aziende sanitarie, bravi, mi risulta che il presidente della regione abbia qualche problema con la legge, è del Pd, non mi fate paura”.

L’intervento però non è servito a rasserenare gli animi, anzi, le opposizioni – attaccate – si sono surriscaldate ancora di più. Nel frattempo, dagli scranni degli alleati del Carroccio nessuno ha speso parole in difesa delle due esponenti grilline. E alla fine persino il presidente Roberto Fico si è visto costretto a prendere posizione. Le sue parole sono risuonate come una tirata d’orecchie nei confronti della Grillo: “L’Aula ha chiesto chiarimenti e vanno dati senza commenti perché l’Aula ha il diritto di capire”.

Accerchiata, la Grillo si è dovuta piegare ai voleri dell’Aula, sbloccando i lavori: “Posso garantire che, se questo elemento diventa dirimente per proseguire correttamente, noi rinunceremo a qualunque ipotesi, di fare questa nomina in questo momento”.

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